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Morto in bagno al Cardarelli, l’indagine si estende: accertamenti su altri decessi

L’inchiesta della Procura di Napoli sulla morte di Giuseppe Cantalupo, avvenuta nell’Obi del Cardarelli, si estende: i magistrati stanno analizzando altri decessi avvenuto nello stesso contesto nell’ospedale napoletano, per capire se possano essere collegati ad una inadeguatezza della qualità delle cure. Il corpo senza vita dell’uomo fu trovato nei bagni lo scorso 10 novembre.
A cura di Nico Falco
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Si allarga l'inchiesta della Procura di Napoli avviata in seguito alla morte di Giuseppe Cantalupo, l'uomo trovato senza vita nei bagni dell'Obi del Cardarelli lo scorso 10 novembre: ora gli inquirenti stanno indagando anche su altri decessi avvenuti nello stesso contesto. Obiettivo dei magistrati è accertare se quelle morti possano essere, in qualche modo, conseguenza di una inadeguata qualità delle cure, anche tenendo conto della specificità del contesto in cui sta operando il personale sanitario in queste settimane, con sovraffollamento dei reparti e conseguente sovraccarico di lavoro.

Il corpo di Cantalupo era stato trovato nei bagni il 10 novembre. La vicenda era esplosa dopo la diffusione di un video, girato da un altro paziente e diventato immediatamente virale sui social, in cui si vedeva il cadavere a terra e le condizioni degli altri ricoverati dell'Obi (Osservazione Breve Intensiva) del Cardarelli. Sulla morte di Cantalupo è stata avviata una inchiesta con le ipotesi di reato di abbandono di incapace e di omicidio colposo. Secondo l'avvocato avrebbe potuto salvarsi e dall'autopsia sarebbero emerse "gravi responsabilità" dei medici che lo avevano in cura.

Altro caso finito sotto esame in questi giorni, quello di Giuseppina Liccardo, 45 anni, positiva Covid e ricoverata nelle Terapia Intensiva dell'ospedale collinare; arrivata al Pronto Soccorso per dei dolori in petto e già sofferente di problemi renali e per questo dializzata, la donna era stata sottoposta al tampone come da prassi e in seguito alla scoperta della positività era stata trasferita in reparto Covid; durante la degenza si era più volte lamentata coi familiari, dicendo di non essere seguita adeguatamente. Il peggioramento delle sue condizioni aveva portato al trasferimento in Terapia Intensiva e al decesso il 12 novembre.

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