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Mercato parallelo delle sigarette, la merce “in nero” ai tabaccai: giro d’affari da 54 milioni di euro

La Guardia di Finanza ha scoperto un mercato parallelo delle sigarette tra Napoli, Caserta e Salerno: i tabacchi, comprati da un fornitore, venivano rivenduti senza documentazione.
A cura di Nico Falco
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Le sigarette venivano regolarmente acquistate dal fornitore, poi scomparivano. O, meglio, venivano distribuite ad altri rivenditori senza che la transazione risultasse. Di conseguenza, le tabaccherie potevano rivenderle senza dichiarare l'aggio. Un vero e proprio mercato parallelo dei tabacchi, quello scoperto dalla Guardia di Finanza e che coinvolge numerosi rivenditori tra Napoli, Caserta e Salerno: il giro di affari stimato è di 54 milioni di euro, somma per la quale è partito il decreto di perquisizione e sequestro d'urgenza finalizzato al sequestro diretto e per equivalente.

Il mercato parallelo delle sigarette

Il provvedimento della Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), a carico di numerose persone fisiche e giuridiche, è stato eseguito dalla Direzione Territoriale di Napoli ed è arrivato dall'attività di indagine condotta dalle Compagnie di Scafati e di Marcianise. Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, a tessere i fili c'erano otto persone, che, attraverso una società di capitali formalmente attiva nel settore della rivendita di generi di Monopolio, con sede nella provincia di Caserta, a partire dal 2021 ha acquistato ingenti quantitativi di prodotti da fumo, per lo più sigarette, per un valore commerciale complessivo di oltre 53 milioni di euro.

La merce "in nero" alle tabaccherie

Il meccanismo illegale partiva dopo questo primo passaggio. I prodotti venivano infatti rivenduti ad altre società, riconducibili a tabaccherie dislocate tra i territori di Napoli, Caserta e Salerno, senza alcuna documentazione e in violazione delle normative in materia di accise, fiscalità e circolazione dei generi di monopolio. In altre parole: chi si riforniva in questo modo poteva contare su un carico fantasma, comprato "in nero", che non risultava da nessuna parte, e che avrebbe potuto rivendere senza versare allo Stato quanto dovuto sull'aggio, stimato in oltre 5.3 milioni di euro.

La società gestita dal sodalizio, inoltre, ha omesso la presentazione delle dichiarazioni fiscali obbligatorie per la maggior parte dei periodi di imposta, determinando un ingente danno erariale e generando un ulteriore profitto illecito. I proventi, ricostruisce ancora la Guardia di Finanza, sono stati impiegati per proseguire l'attività illegale, ovvero per comprare altre sigarette e continuare con lo stesso sistema, e per l'acquisizione di altri soggetti economici; da qui l'ipotesi di reato di auto riciclaggio. I sequestri, effettuati nei giorni scorsi, sono stati convalidati dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

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