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Maya Gargiulo: fiori, messaggi e pupazzi dove la 15enne è stata investita e uccisa

Tanti i messaggi di cordoglio di amici e conoscenti della 15enne, investita e uccisa nella notte tra il 7 e l’8 agosto in piazza Carlo III, nel cuore di Napoli. Biglietti, ma anche fiori, fotografie, pupazzi, depositati proprio al limitare dello spartitraffico sul quale Maya Gargiulo ha battuto la testa.
A cura di Valerio Papadia
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È diventato una sorta di altarino lo spartitraffico di piazza Carlo III, nel cuore di Napoli, sul quale Maya Gargiulo ha battuto la testa, perdendo la vita a soli 15 anni, dopo essere stata investita: sono tanti i messaggi di amici e conoscenti della 15enne, ma anche di cittadini sconvolti dalla tragedia, che sono stati depositati al limitare dello spartitraffico. Bigliettini di incredulità e disperazione, ma anche semplici saluti, ma anche fotografie, fiori (soprattutto bianchi) e pupazzi. Maya, la notte tra il 7 e l'8 agosto, stava attraversando la strada insieme a un'amica, una 14enne, quando le due ragazzine sono state investite da un'automobile, una Smart Forfour guidata da un giovane di 21 anni: la 15enne, come detto, ha battuto violentemente la testa contro lo spartitraffico; inutili i soccorsi, Maya Gargiulo è deceduta sul colpo.

L'inchiesta sulla morte di Maya Gargiulo

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Le indagini per stabilire con precisione la dinamica dell'incidente nel quale ha perso la vita Maya Gargiulo sono affidati agli uomini della Sezione Infortunistica Stradale della Polizia Municipale di Napoli – guidata dal capitano Antonio Muriano – che hanno effettuato anche tutti i rilievi del caso dopo l'impatto. Il 21enne alla guida della Smart non si sarebbe accorto della presenza in strada delle due ragazzine e, probabilmente, viaggiava a velocità sostenuta: gli inquirenti non hanno rinvenuto segni di frenata sull'asfalto. Ad ogni modo, il 21enne, che si è fermato a prestare soccorso, è indagato per omicidio stradale. Inoltre, si dovrà stabilire perché i semafori che sorgono in piazza fossero spenti al momento dell'incidente.

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