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Una Ferrari al testimone, sacchi pieni di soldi agli sposi: così fu il matrimonio Mazzarella-Giuliano

Uno degli indagati nell’inchiesta sui Licciardi, intercettato, ricorda il matrimonio tra Marianna Giuliano e Michele Mazzarella, che sancì anche l’alleanza tra i due clan.
A cura di Nico Falco
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Una Ferrari regalata al testimone di nozze come bomboniera, tra i regali degli invitati buste della spazzatura piene di soldi, i festeggiamenti, ovviamente, alla Sonrisa, il ristorante del "Boss delle Cerimonie": tutto decisamente eccessivo, ma tragicamente normale quando il matrimonio è un'occasione per mostrare anche la potenza criminale, e gli sposi hanno entrambi un cognome pesante: a scambiarsi l'anello e promesse d'amore eterno, quel giorno, c'erano Michele Mazzarella e Marianna Giuliano. A ricordare i fasti di quella cerimonia è uno degli indagati finiti in manette in esecuzione dell'ordinanza contro il clan Licciardi che ha portato il 2 dicembre, a 21 arresti da parte dei carabinieri.

Il matrimonio che unì Giuliano e Mazzarella

La conversazione, intercettata in ambientale, risale al 2 ottobre 2022. A parlare è Luigi Esposito, tra i destinatari dell'ordinanza eseguita martedì. È con la fidanzata, l'automobile si ferma in via Giudecca Vecchia, dove abita Michele Mazzarella, all'epoca libero e ritenuto il reggente del clan (scarcerato un paio di anni prima, sarebbe stato arrestato due mesi dopo, il 7 dicembre).

Quando Esposito rientra in auto, racconta alla fidanzata di quel matrimonio, datato 30 settembre 1996, probabilmente unendo ai particolari veri quelli che probabilmente, ingigantiti, fanno parte del vox populi, delle voci circolate tra i vicoli. Marianna è la seconda figlia di Luigi Giuliano, "Lovigino", che in quel periodo era il "Re di Forcella" e guidava il clan insieme ai fratelli. Matrimonio nella chiesa di Forcella, dove sei anni prima si era sposata l'altra figlia, Gemma.

Poi, la festa a La Sonrisa, ristorante-albergo di Sant'Antonio Abate che già allora era il tempio del kitsch e negli anni successivi sarebbe stato consacrato dalla serie su Real Time: festeggiamenti sopra le righe, senza badare a spese, e, tra i clienti, una buona percentuale di personaggi che erano o sarebbero stati protagonisti di inchieste giudiziarie. Al matrimonio tra Marianna Giuliano e Michele Mazzarella avevano preso parte duecento invitati, con il monitoraggio continuo delle forze dell'ordine all'esterno per timore di agguati.

L'estorsione al proprietario di Giuseppone a Mare

Quel 2 ottobre 2022, Luigi Esposito si sarebbe incontrato con Michele Mazzarella. E i due avrebbero parlato della vicenda in cui era coinvolto il clan Licciardi: l'estorsione al proprietario di "Giuseppone a Mare", in merito ai soldi da consegnare al socio che voleva tirarsi fuori dalla gestione del ristorante di Posillipo.

Esposito spiega alla fidanzata che, in quel periodo, nella camorra napoletana contano solo due famiglie: i Mazzarella e i Licciardi. Che anche i Mallardo e i Contini hanno un ruolo di primo piano, ma che, per il resto, si tratta di gruppi di scarsa importanza. E aggiunge che Michele Mazzarella avrebbe avallato la loro richiesta nei confronti del ristoratore: se non avesse pagato quel debito, se la sarebbe dovuta vedere anche con loro.

L'alleanza tra i due clan di camorra

E quello, naturalmente, non era un matrimonio "normale". Perché, a prescindere dai sentimenti dei due ragazzi che avevano deciso di sposarsi, c'era ben altro in ballo. All'epoca il clan Mazzarella era egemone nell'area Est di Napoli, mentre i Giuliano erano i padroni incontrastati del centro. Situazioni che ricordano i matrimoni combinati che sancivano alleanze tra Stati, quando a sposarsi erano i figli dei re; e, come regnanti, si consideravano anche i capi delle famiglie di camorra.

In quel caso, il matrimonio tra Marianna Giuliano e Michele Mazzarella aveva anche un enorme potere simbolico: sanciva un'alleanza tra i due gruppi di camorra, che si rafforzavano a vicenda estendendo la propria influenza. Anche se, pochi anni dopo, i fratelli Giuliano sarebbero diventati collaboratori di giustizia.

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