Martina Carbonaro, gli accessi alla casa abbandonata dove è stata uccisa la 14enne erano stati murati

Si indaga anche sulla casa dell'ex custode dove è stato ritrovato il corpo senza vita di Martina Carbonaro, la ragazzina di 14 anni scomparsa da Afragola lunedì 26 maggio scorso e ritrovata senza vita la notte tra il 27 e il 28 maggio nei pressi dello stadio “Luigi Moccia”. Per il suo femminicidio ha confessato l'ex fidanzato Alessio Tucci, 19 anni, che l'avrebbe uccisa a colpi di pietre.
Domani, 3 giugno, l'autopsia sul corpo di Martina Carbonaro
Domani, martedì 3 giugno, è prevista l'autopsia sul corpo di Martina. Dall'esame autoptico potrebbero emergere elementi utili a chiarire quale sia stata la causa della morte e soprattutto quando questa sia sopraggiunta. La 14enne, infatti, forse era ancora viva, dopo essere stata colpita alla testa, e il decesso sarebbe sopraggiunto dopo alcuni lunghi minuti. I funerali saranno offerti da una ditta di onoranze funebri.
Le indagini sull'ex casa del custode abbandonata
Adesso, però, i familiari della vittima vogliono fare luce anche sulla situazione di abbandono in cui versava l'immobile nel quale è stato ritrovato il corpo di Martina, nascosto e sepolto sotto alcuni rifiuti. L'ex alloggio del custode abbandonato, infatti, rientra in un'area di proprietà del Comune di Afragola, che è stata inserita all'interno del piano di riqualificazione finanziato con i fondi del PNRR.
L'avvocato Sergio Pisani, che difende la famiglia di Martina, la settimana scorsa ha depositato una istanza alla Procura di Napoli Nord, indirizzata al sostituto procuratore Alberto Della Valle, titolare dell’inchiesta sulla morte della ragazzina, per chiarire per quale motivo l'area, di pertinenza comunale, fosse accessibile ai due giovani, tra i quali una minore. Il casolare abbandonato, infatti, si troverebbe, secondo quanto scrive Pisani, “in un sito di proprietà comunale, formalmente riconducibile a un'area dismessa oggi cantiere pubblico finanziato con il Pnrr, risultato privo di qualsivoglia recinzione, sorveglianza e misure di interdizione”.
“Dalla ricostruzione dei fatti emergenti dalle indagini e da fonti ufficiali – conclude Pisani – risulta che l'autore dell'omicidio ha potuto condurre indisturbato la vittima minore all'interno del sito sfruttandone la totale accessibilità e l'assenza di qualunque presidio di sicurezza o controllo. Il sito in questione risulta formalmente inserito in un progetto pubblico di riqualificazione urbana, con fondi assegnati e precise responsabilità gestionali in capo ai dirigenti dell'Amministrazione comunale di Afragola”.
La riposta del Comune: "Gli accessi alla casa erano murati"
Il Comune di Afragola, guidato dal sindaco Antonio Pannone, in prima linea in questi giorni nella solidarietà alla famiglia di Martina, consultati gli uffici Patrimonio comunali, ha chiarito a Il Mattino, che "l’accesso agli spazi dove è stato rinvenuto il corpo senza vita di Martina, è stato reso interdetto con una saldatura effettuata a fine febbraio da personale specializzato e che le finestre sono state puntualmente murate. Ma in ogni caso, sono in corso le necessarie procedure di ricognizione propedeutiche alle verifiche relative all’accessibilità del sito e alle modalità di controllo e vigilanza". Lo stadio Moccia è oggetto di un piano di recupero che prevede il restyling del palazzetto dello sport.