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Marito e moglie latitanti da 11 anni, arrestati dai carabinieri: legati all’Alleanza di Secondigliano

Coppia latitante da 11 anni catturata dai carabinieri nella notte a Melito di Napoli. Sono marito e moglie, dovranno scontare diversi anni di reclusione per riciclaggio per favorire l’Alleanza di Secondigliano.
A cura di Redazione Napoli
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Durante le cosiddette "feste comandate", il lavoro delle squadre "catturandi" che danno la caccia ai latitanti storici e nuovi è più intenso del consueto. Motivo? Forze dell'ordine e inquirenti sanno che una parte di fuggiaschi a Capodanno, Natale, Pasqua, Ferragosto, sente più forte il richiamo di casa e magari commette errori che portano poi all'arresto anche dopo anni di fuga. Questa notte i carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli alle 4 del mattino hanno bussato alla porta di una casa di Melito, hinterland Nord di Napoli, comune praticamente attaccato al quartiere Scampia di Napoli.

In questo alloggio i militari avevano individuato due latitanti da oltre un decennio, marito e moglie, Massimiliano Lettera e Giuseppina Bernardi, 55 e 53 anni, "primule rosse" (un tempo si definivano così i latitanti, perché la primula è un fiore che ‘ama' la solitudine) da ben undici anni. I due dormivano in una delle camere che Ciro – padre di Giuseppina – aveva riservato loro nella sua abitazione melitese.

I militari hanno monitorato quell’abitazione per molto tempo, appostandosi ai quattro angoli alla ricerca di un indizio che gli permettesse di fare irruzione e concludere una latitanza decennale.

Sui documenti della coppia un timbro di rinnovo posticcio, da loro impresso per evitare di fare bella mostra di sé in un ufficio Anagrafe. Dovranno scontare diversi anni di reclusione per riciclaggio aggravato dalle modalità mafiose per favorire l’Alleanza di Secondigliano, effetto di una misura emessa nel 2004: 2 anni e 5 mesi per Lettera, 2 anni e 7 mesi per la consorte. Lettera è stato portato nel carcere di Secondigliano, la moglie in quello di Santa Maria Capua Vetere. Nei guai anche l’ospite, arrestato perché sorpreso con patente e carta di identità falsi e per «procurata inosservanza di pena». Per lui i domiciliari in attesa di giudizio.

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