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Mario Martone e Manuel Agnelli chiudono in bellezza la stagione del Teatro di Napoli

Mario Martone, Manuel Agnelli e Franco Maresco chiudono la stagione del teatro di Napoli al San Ferdinando, Mercadante e al Ridotto.
A cura di Redazione Napoli
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Si chiude con due – che i realtà sono tre, anzi quattro, forse cinque – pezzi da Novanta la stagione 2022-2023 del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale diretto da Roberto Andò. Il 14 maggio si chiudono gli spettacoli di due dei tre spazi, ovvero il teatro Mercadante e il San Ferdinando, mentre quella del 7 è stata l'ultima data del Ridotto: lo Stabile napoletano ospita Manuel Agnelli che interpreta Lazarus nell'opera di David Bowie e Enda Walsh adattata nella versione italiana da Valter Malosti, mentre al teatro di Piazza Eduardo de Filippo c'è Mario Martone in "Stanza con compositore, donne, strumenti musicali, ragazzo", opera di Fabrizia Ramondino che vede sul palco, tra gli altri Lino Musella e Iaia Forte, mentre il Ridotto ha chiuso con "Assassina" di Franco Scaldati per la regia di Franco Maresco e Claudia Uzzo.

Grandi nomi per la chiusura di un'altra stagione importante per il Teatro di Napoli, che vede contemporaneamente la compresenza in città di grandi artisti. Per chi vorrà c'è ancora tempo per vedere sul palco Manuel Agnelli, leader degli Afterhours, nome di riferimento per il rock italiano e volto televisivo grazie alle annate da giudice di X Factor. Agnelli porta sul palco il suo Lazarus, la cui rappresentazione debuttò il 7 dicembre 2015 al New York Theatre Workshop di Manhattan, ultima apparizione pubblica di David Bowie che sarebbe morto esattamente un mese dopo, lasciando come eredità musicale l'album Blackstar. La storia, che in qualche modo deriva penna di Walter Tevis e del suo "L'uomo che cadde sulla terra", narra il seguito delle gesta del migrante interstellare Newton che sarà strumento per parlare di alcuni dei temi cari al cantautore: l’invecchiamento, il dolore, l’isolamento, la perdita dell’amore, l’orrore del mondo e la psicosi indotta dai media.

Al San Ferdinando, invece, tocca alla regia di Martone mettere in scena Fabrizia Ramondino, scrittrice napoletana di cui in questi anni Fazi sta ripubblicando l'opera completa (è uscito nel 2022 "Guerra di infanzia e di Spagna" ed è appena stata ripubblicato "Althénopis"). Martone torna a parlare al proprio pubblico di un'artista che con lui scrisse soggetto e sceneggiatura di "Morte di un matematico napoletano" film sul matematico Renato Caccioppoli, e fu dopo questo film che si immerse, spiega il regista, nel teatro, con una folgorazione quando incontrò i testi di Thomas Bernhard: "vedeva come quella forma drammaturgica poteva corrispondere al suo bisogno di espressione autobiografica diretta, radicale, anche violenta nel caso, e al tempo stesso consentire l’elaborazione di una lingua immaginifica, colta e complessa, così come le si addiceva" dice Martone che porta in scena questo spettacolo in cui un "Un uomo, un compositore, dal chiuso della sua stanza, si rivolge al mondo esterno. Nel flusso di questo monologare sbalzano fuori le figure cardine del suo mondo interiore: gli affetti più cari e gli strumenti musicali. Un teatro della mente scolpito da versi che colpiscono al cuore".

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