Manifesti Pro Palestina a Napoli, apparsi al Vomero e rimossi dal Comune in 24 ore

Manifesti con lo slogan "Palestina Libera" e con le bandiere della Palestina sono apparsi ieri, domenica 11 maggio, in Corso Europa al Vomero. "Gli stessi manifesti sono stati rimossi in tempi record e sostituiti dal Comune di Napoli con quelli per i festeggiamenti di Napoli Millenaria, in occasione dell'anniversario dei 2.500 anni della fondazione della città". A segnalare il caso è il Comitato Rete No Box, con Francesco Di Mauro.
Affiggere manifesti a Napoli, come nelle altre città, prevede il rispetto di alcune regole, è bene precisare. Non si possono esporre manifesti sulla pubblica via senza aver ricevuto l'autorizzazione del Comune di Napoli e aver pagato anche la relativa tassa, come prevede il regolamento. E i manifesti abusivi devono essere rimossi. Le autorità intervengono tempestivamente, di solito, soprattutto quando in ballo ci sono temi sensibili, come gli insulti a sfondo razziale, i richiami al nazismo e al fascismo, come svastiche e fasci littori.
I comitati: "Divieto di affissione o espressione?"
Da qui, la sorpresa del Comitato Rete No Box per la rapida rimozione dei manifesti Pro Palestina al Vomero, come forma di contestazione contro le violenze che stanno avvenendo nella Striscia di Gaza. "Divieto di affissione o divieto di espressione? – si legge nella nota del Comitato – Il Comune di Napoli ha coperto con impressionante solerzia (meno di 24 ore) la scritta fantasiosa ed artistica (oltre che politicamente significativa) che copriva gli innumerevoli e ridondanti (ne abbiamo contati 18 in poco più di 100 metri) e spesso inutili cartelloni lungo Corso Europa? La scritta era PALESTINA LIBERA con le bandiere della Palestina. Una testimonianza necessaria ed attualissima che il Comune di Napoli tarda a manifestare. È di pochi giorni fa la notizia della “gaffe” politica del Sindaco e dell’Assessore al Turismo che hanno chiesto scusa ai due turisti israeliani" nella vicenda della Taverna a Santa Chiara. "Lasciare lì quei cartelli, almeno per qualche giorno – sottolinea la Rete No Box – poteva rappresentare una “tacita condivisione” di una posizione politica che questa Amministrazione tarda a rendere pubblica".