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“Manca interesse per le librerie indipendenti”, dice Giancarlo Di Maio di Dante&Descartes

Giancarlo Di Maio, titolare col padre della libreria Dante&Descartes, racconta a Fanpage la situazione che stanno vivendo i librai indipendenti a Napoli.
Intervista a Giancarlo Di Maio
Titolare di Dante&Descartes
A cura di Vincenzo Cimmino
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Di Maio Dante&Descartes
Giancarlo Di Maio con il padre Raimondo, di Dante&Descartes

"Nessuno si interessa alle librerie indipendenti. Noi lo siamo e l'anno scorso abbiamo fatto i primi 40 anni di attività". A ricordare l'anniversario, nonostante le difficoltà, è Giancarlo Di Maio, libraio di seconda generazione. È da 15 anni in piazza del Gesù con la sua Dante&Descartes, filiale dell'omonima libreria di via Mezzocannone aperta dal padre Raimondo negli anni Ottanta. Raggiunto da Fanpage, ha raccontato com'è gestire una libreria indipendente a Napoli. Continua il nostro viaggio all'interno delle librerie di Napoli.

Com'è iniziato il suo percorso nel mondo delle librerie indipendenti a Napoli?

"Io vengo da una famiglia di librai, sono la seconda generazione, quindi ho iniziato in modo molto naturale. Fin da quando ero piccolo ho seguito il lavoro di mio padre e non ho mai pensato di fare altro. Il grande passo è stato 15 anni fa, quando ho deciso di aprire da solo la mia libreria in piazza del Gesù sempre sotto l'insegna familiare. Abbiamo una sede anche a Mezzocannone, dove ancora c'è papà. Ci piace lavorare insieme, senza competizione".

Quindi a Napoli si può vivere di questo?

"Noi lo facciamo, l'anno scorso abbiamo fatto i primi 40 anni di attività. Certo, alla libreria affianchiamo anche una piccola casa editrice, siamo stati, ad esempio, i primi a pubblicare in Italia Louise Gluck, la vincitrice del premio Nobel per la Letteratura nel 2020. Noi diversifichiamo l'offerta, vendiamo sia libri nuovi sia libri vecchi. Io apro la libreria pensando di incontrare il mondo, certe volte facciamo fatica a parlare italiano, il pubblico spesso è quello straniero. Però ci sono anche giorni in cui non incontriamo un solo napoletano. E ne abbiamo persi di clienti napoletani, per i più disparati motivi. Però tutto va a seconda del periodo, la piazza, poi, è uno dei cuori di Napoli, anche se le sue condizioni lasciano a desiderare".

Tanti turisti e pochi napoletani. Cosa serve per farli tornare?

"Bella domanda. A noi piace fare rete, organizzare eventi. Con altre tre librerie indipendenti, Librido, Perditempo – Libri, vini e vinili e Tamu abbiamo creato il festival Lire, librerie indipendenti in relazione. Abbiamo anche un festival, Libbra, e siamo giunti alla quarta edizione. Quest'anno si terrà dal 2 al 4 maggio allo Scugnizzo liberato, con ingresso libero. Certo, quello che ci colpisce è il fatto che i media locali non si interessino di noi. Sembra che a nessuno importi niente, il nostro pare essere l'unico festival senza copertura mediatica. Negli anni scorsi c'era addirittura il Tgr dell'Alto Adige, ma dalla Campania nulla. C'è tanto buio".

Però sulle librerie indipendenti sembra essere tornato un certo interesse.

"Certo, grazie all'ultima trovata, le risto-librerie. Io ci sono passato, ci sono stato. Per me, in tutta onestà e senza polemica, non sono librerie. Hanno niente della libreria e non possono essere il futuro. Io ho 37 anni, sono figlio della generazione di mio padre e per me, il futuro, è tenere il libro al centro. Solo quello. Fare il libraio è una vocazione, quelle sono solo trovate senza senso".

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