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Luana Rainone uccisa e buttata nel pozzo, per l’amante confermati 25 anni di carcere

Confermati in appello 25 anni di carcere per Nicola Del Sorbo per l’omicidio di Luana Rainone, uccisa e buttata in un pozzo nero a Poggiomarino (Napoli) nel 2020.
A cura di Nico Falco
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Nicola Del Sorbo e Luana Rainone
Nicola Del Sorbo e Luana Rainone

La Corte di Assise di Appello ha confermato la condanna a 25 anni di reclusione per Nicola Del Sorbo, già condannato in primo grado per l'assassinio di Luana Rainone, la ragazza di San Valentino Torio (Salerno) trovata senza vita in un pozzo nero al confine con Poggiomarino; l'accusa aveva chiesto l'ergastolo. L'uomo, che inizialmente aveva detto di non aver visto la 31enne, era stato messo alle strette dalle indagini dei carabinieri e aveva confessato, indicando il posto dove aveva nascosto il corpo.

Di Luana Rainone si erano perse le tracce il 23 luglio 2020, il marito ne aveva denunciato la scomparsa. I carabinieri avevano ascoltato Del Sorbo, con cui secondo le indagini la ragazza aveva una relazione extraconiugale, ma il 34enne di Angri aveva negato di averla vista. Era stato però smentito dai tabulati telefonici e dalla registrazione di una telecamera di sorveglianza, nella quale si vedeva la Rainone che andava verso la sua baracca nel giorno in cui era scomparsa.

Luana uccisa e buttata nel pozzo, confermati 25 anni a Nicola Del Sorbo

Dopo un lungo interrogatorio Del Sorbo era crollato e aveva alla fine confessato, indicando il luogo dove si era disfatto del corpo: lo aveva gettato nel pozzo nero davanti alla baracca, avvolto in un materasso e in un sacco di plastica. Il 34enne aveva raccontato che l'omicidio era avvenuto durante una lite. Secondo la sua versione si erano visti in casa sua e, dopo aver avuto un rapporto sessuale e consumato droga, avrebbero litigato perché la 31enne pretendeva che l'uomo dicesse di quella relazione alla compagna; la ragazza lo avrebbe colpito con un calcio e avrebbe tentato di strappargli il telefono e lui avrebbe reagito colpendola alla gola con un unico fendente, che si è rivelato fatale. Il 34enne era finito a processo per omicidio volontario e occultamento di cadavere, nel marzo 2021 era stato condannato in primo grado a 25 anni di carcere.

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