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La strage familiare di Paupisi

L’interrogatorio di Salvatore Ocone: “Elisa aggressiva e autoritaria”. Moglie e figlia colpite nel sonno

Elisa Polcino e la figlia Antonia sarebbero state colpite mentre dormivano; da accertare quello che è accaduto al figlio Cosimo e se si sarebbe potuto salvare.
A cura di Nico Falco
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Salvatore Ocone e la moglie, Elisa Polcino
Salvatore Ocone e la moglie, Elisa Polcino
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Nel corso dell'interrogatorio, davanti ai magistrati, Salvatore Ocone ha detto di avere colpito la moglie per "dinamiche familiari conflittuali" e che il comportamento della donna era caratterizzato da "aggressività" e "dominazione". Particolari che sono stati diffusi questa mattina in conferenza stampa dal procuratore facente funzioni di Benevento Gianfranco Scarfò. L'uomo è da questa notte in carcere, destinatario di fermo per duplice omicidio, tentato omicidio e sequestro di persona: dopo avere ucciso la moglie, Elisa Polcino, 49 anni, ha ucciso il figlio Cosimo, di 15 anni, e ha ferito gravemente la figlia Antonia, di 16 anni, usando presumibilmente la stessa pietra.

Elisa Polcino e la figlia Antonia colpite nel sonno

Moglie e figli, ha detto Ocone ai magistrati, sono stati "tutti colpiti all'interno della casa" dove vive la famiglia, a Paupisi, piccolo paese della provincia di Benevento. Versione che trova riscontro nei sopralluoghi effettuati dai carabinieri: Elisa Polcino era senza vita in camera da letto, tracce vistose di sangue sono state trovate nella camera dei ragazzi e nel salone. La strage sarebbe cominciata alle prime ore di ieri, 30 settembre: intorno alle sei Ocone, piccolo imprenditore agricolo di 58 anni, avrebbe prima colpito la moglie, uccidendola, poi la figlia, ferendola gravemente alla testa, e quindi il figlio, uccidendo anche lui.

Poi ha caricato i due giovani nella sua automobile ed è scappato, rendendosi irreperibile fino alle 19 circa, quando la Opel Mokka nera è stata individuata a Ferrazzano, vicino Campobasso, in Molise, a circa 70 km di distanza da Paupisi. Secondo gli inquirenti, Ocone avrebbe girato senza meta per poi fermarsi in quella campagna, dove sarebbe rimasto per sei o sette ore nell'automobile, col cadavere del figlio e la figlia gravemente ferita.

Le indagini sulla morte del figlio

Il procuratore ha aggiunto che, invece, resta ancora da stabilire "come e dove l'uomo ha colpito il ragazzo". Particolare non di poco conto: si dovrà infatti stabilire se era ancora vivo quando è stato caricato in auto e, di conseguenza, se sarebbe stato possibile salvargli la vita con un immediato intervento dei sanitari.

Ocone in cura per psicosi

Ocone, è emerso dalle indagini, ha avuto "un vissuto psichiatrico"; era stato curato per una psicosi e su questo aspetto "c'è una diagnosi da parte di uno psichiatra". Nel 2011, inoltre, era stato sottoposto a un tso, trattamento sanitario obbligatorio. Non risultano, invece, precedenti atteggiamenti violenti da parte dell'uomo né all'interno della famiglia. Il procuratore Scarfò ha sottolineato che "Non esiste alcun elemento di segnalazione, nessuna prova per ritenere che l'uomo, in passato, sia stato violento nei confronti dei familiari".

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