La truffa del cibo biologico: smascherate frodi su mandorle e conserve di pomodoro

Vendevano cibo biologico che, in realtà, erano semplicemente prodotti importati dall'estero. Un giro d'affari superiore ai 20 milioni di euro annui, per una truffa in piena regola che era iniziata almeno nel 2016 e che ha portato a sette misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti, tutti indagati a vario titolo per i reati di associazione per delinquere finalizzata al falso ideologico e alla frode in commercio aggravata.
Misure eseguite questa mattina dalla Guardia di Finanza di Caserta assieme a tecnici e ispettori dell'Unità Investigativa Centrale dell'ICQRF del Ministero dell'Agricoltura. Perquisite e sequestrate anche otto imprese, i cui rapporti commerciali si estendevano dall'Italia al resto d'Europa.
A capo del "sistema" ricostruito dagli inquirenti ci sarebbe stato un imprenditore casertano, titolare di due imprese di trasformazione e di una azienda agricola specializzata nella produzione ortofrutticola da agricoltura biologica, assieme ad altri due imprenditori: un catanese titolare di un'impresa specializzata nell'import export di mandorle e frutta secca in generale ed uno della provincia di Cuneo, titolare di un'importante impresa di importazione ed esportazione di mandorle, frutta secca in genere e conserve di pomodoro.
Secondo quanto emerso dalle indagini, il gruppo provvedeva a immettere sul mercato prodotti non biologici provenienti dall'estero o prodotti con agricoltura tradizionale, spacciandoli per prodotti biologici grazie ad aziende compiacenti sparse tra Puglia, Calabria e Lazio.
In particolare, tra i prodotti più contraffatti c'erano le mandorle e conserve di pomodoro, spesso contaminate con sostanze chimiche non ammesse in agricoltura biologica, come spiegato dalla Guardia di Finanza casertana.
Segnalazioni di questi prodotti falsi, e potenzialmente pericolosi per la salute, sono arrivate anche dai mercati esteri europei, dove erano venduti come prodotti biologici pur senza esserlo.
