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La tomba di Scipione l’Africano a Giugliano, abbandonata da anni, sarà riqualificata: al via i lavori

Il condottiero romano è sepolto nel Parco Archeologico di Liternum, sulle sponde del Lago Patria, a Giugliano. Per anni preda del degrado, il Parco Archeologico e la tomba di Scipione l’Africano verranno ora riqualificati, come ha annunciato il sindaco di Giugliano Nicola Pirozzi: i lavori sono pronti a partire.
A cura di Valerio Papadia
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Forse non tutti sanno che in quella che oggi è conosciuta come Lago Patria, frazione del Comune di Giugliano dove sorge l'omonimo lago, al confine con il Casertano, visse in esilio volontario Publio Cornelio Scipione, conosciuto come l'Africano. Il politico e militare romano, in quella che al tempo era conosciuta come Liternum, colonia romana, trovò anche la morte, tanto che ancora oggi è possibile visitare la sua tomba in quello che è il Parco Archeologico di Liternum. Purtroppo per anni, il sito è stato preda dell'incuria e del degrado, abbandonato a sé stesso, ma la musica sta per cambiare, visto che il sindaco di Giugliano Nicola Pirozzi ha annunciato che presto partiranno i lavori di riqualificazione per restituire la tomba di Scipione e il Parco di Liternum alla cittadinanza.

"Una buona notizia frutto dell’impegno per il territorio – scrive il sindaco Pirozzi su Facebook -. La Città metropolitana di Napoli ha firmato il contratto con la ditta appaltatrice dei lavori per la riqualificazione del sito archeologico di Liternum. Pochi giorni ancora e sarà allestito il cantiere. Un’area che sarà finalmente restituita alla città valorizzando il patrimonio archeologico e le potenzialità del nostro territorio".

La tomba di Scipione e la nascita di Lago Patria

Si presume che Scipione l'Africano abbia dato anche il nome a quella che oggi conosciamo come Lago Patria. Accusato di aver ricevuto, insieme al fratello Lucio, grosse somme di denaro da Antioco III senza renderne conto all'Erario della Repubblica, Scipione si ritirò in esilio volontario nella sua villa di Liternum. Deluso dal trattamento ricevuto da Roma, si presume che sulla tomba Scipione fece scrivere "Ingrata patria, ne ossa quidem mea habes" (Ingrata patria, non avrai nemmeno le mie ossa, ndt), ma dell'iscrizione si narra venne ritrovato soltanto il frammento "ta patria, ne": la zona, così, per la presenza anche del voluminoso lago, venne ribattezzata Lago Patria, nome che conserva ancora oggi.

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