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La fidanzata di un calciatore tra gli indagati per i finti matrimoni, 18 arresti

Ricostruita l’organizzazione che combinava finti matrimoni per ottenere permessi di soggiorno; tra gli indagati la fidanzata di un calciatore napoletano.
A cura di Nico Falco
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Una degli indagati nell'inchiesta contro l'organizzazione che combinava matrimoni tra italiani e stranieri per far ottenere il permesso di soggiorno era già finita in manette poco più di un anno fa, insieme al fidanzato, mentre trasportavano 20 chili di eroina purissima. Si tratta di Anna Varlese, 25enne del Casertano per la quale sono stati disposti gli arresti domiciliari. La ragazza era stata arrestata nel giugno 2021 insieme al calciatore napoletano Marco Liccardi, che ha militato in formazioni campane in serie D e in Eccellenza: i due erano stati intercettati all'aeroporto di Zurigo con 20 chili di eroina nascosti nei bagagli, acquistata in Sud Africa e diretta ad Amsterdam, meta finale del viaggio.

Finti matrimoni, 18 arresti dei carabinieri

L'operazione è scattata nella notte, tra le province di Napoli, Milano, Caserta e Bergamo. Nell'ordinanza eseguita dai carabinieri della Compagnia di Caserta, firmata dal gip di Napoli al termine di indagini della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea è stato disposto il carcere per Matilde Macciocchi, 61 anni, Gennaro Di Dato, 64 anni, Nabil El Hazmi, 40 anni, Hisham Metrache, 40 anni, e Antonietta Noletto, 55 anni; agli arresti domiciliari, invece, Eddine Faize Badr, 33 anni, Houite El Hadi, 58 anni, Karima El Hariri, 34 anni, Luisa Maiello, 73 anni, Angelica Loffredo, 28 anni, Pia Martina Rea, 22 anni, Errica Russo, 21 anni, Francesca Riccardi Catino, 29 anni, Jessica Riccardi Catino, 27 anni, Anna Varlese e Antonella Nardelli, 33 anni; disposto l'obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, infine, per Rosa Pace, 29 anni, e Maria Mugnano, 21 anni.

Le indagini sono partite nel 2019. I "clienti" pagavano somme tra i 5mila e i 6.500 euro per il matrimonio: ne sono stati ricostruiti 40, per un giro di denaro di almeno 200mila euro.

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La truffa guidata dalla "maga dei promessi sposi"

Per gli inquirenti a ricoprire il ruolo apicale nell'organizzazione era Matilde Macciocchi, detta "Zia Maria" oppure "‘a Bionda", che si occupava anche di trovare le ragazze disponibili a contrarre i falsi matrimoni e dell'ospitalità dei soggetti extracomunitari. La donna era già finita agli arresti nel 2012 per vicende analoghe e anche allora, avevano ricostruito gli inquirenti, si occupava delle stesse mansioni.

Agli atti c'è un articolo dell'epoca dal titolo "Donna Matilde, maga dei promessi sposi", che racconta: "È lei, ‘"Maria a' bionda", a occuparsi di trovare gente disposta a sposare un cittadino straniero (uomo o donna a seconda dei casi) per denaro, lei a fornire i soldi per le foto di identità, lei a predisporre le pratiche per la richiesta di passaporto".

Nel settembre 2019 la donna, intercettata, risponde ad un immigrato marocchino che la contatta e che le dice, esplicitamente, che un suo amico vuole un matrimonio. In un'altra telefonata Macciocchi spiega ad uno straniero, da poco diventato padre, che avrà "subito il permesso", in quanto "sei papà di un bimbo italiano nato in Italia, hai capito? Facciamo bordello questa volta".

Lo stesso uomo, che abita in Lombardia, ricorda alla 61enne di trovare una ragazza da far sposare a suo cugino. In un'altra telefonata, anche questa intercettata, la donna si raccomanda con un altro immigrato: "Porta qualcosa per i testimoni, porta qualcosa di soldi, porta qualcosa per il Comune che facciamo controllo e tutto, domani chiudiamo".

In altri casi la 61enne aveva bloccato le pratiche perché il denaro non era stato consegnato. "Tu dovevi mandare ancora soldi e non li hai più mandati, altrimenti io li portavo a lui e gli facevo fare il controllo", dice a Karima El Hariri, il cui cugino ha sposato un'italiana compiacente ma senza completare il pagamento. Alle domande dell'altra donna sulle modalità con cui ottenere i documenti, la 61enne replica: "Prende la residenza lui a Mondragone e facciamo tutto a Mondragone, ma lui non mi ha mandato i soldi".

In un'altra conversazione emerge il prezzo dell'affare illecito: "Seimila e mezzo, seimila e cinquecento euro", dice lui, e lei risponde "si, ok". In un'altra telefonata è lei a citare il costo: "Sei e mezzo" dice, ribadendo "e mezzo" quando l'altro, fingendo di non aver capito, risponde "Seimila euro". E gli dice come fare: "Acconto non metterlo: manda prima i soldi dei documenti". Ad un altro uomo, Macciocchi spiega di portare i soldi perché "dobbiamo pagare a Biagio del Comune" (nell'indagine non risultano indagati dipendenti comunali).

Come funzionava la truffa dei finti matrimoni

Ruolo di rilievo, ricostruiscono gli inquirenti, anche per Hicham Metrache (anche lui già in passato coinvolto in vicende analoghe e che si muoveva in sinergia col suo collaboratore Faize Badr Eddine), Nabil El Hazmi, Karima El Hariri ed El Hadi Houite, quest'ultimo identificato come "Paolo" e chiamato "Lo zio", che si occupavano di procacciare cittadini stranieri.

Faize Badr Eddine, ancora, insieme a Karima El Hariki e a Matilde Macciocchi si occupava della programmazione dei matrimoni. Gennaro Di Dato e Antonietta Noletto sono stati identificati come stabili e fidati collaboratori di Macciocchi: il primo, secondo le indagini, la aiutava nei contatti con gli aspiranti sposi e nella preparazione dei documenti, l'altra era una da factotum, facendo da prestanome per alcune transazioni destinate alla Macciocchi, da finta testimone per alcuni matrimoni e occupandosi del trasporto dei cittadini extracomunitari verso gli uffici pubblici per ottenere i documenti che sarebbero poi serviti per il permesso di soggiorno.

Tra gli altri indagati ci sono, infine, quelli che, si legge nelle oltre 600 pagine di ordinanza, "si erano resi disponibili, dietro compenso, a contrarre falsi matrimoni con cittadini extracomunitari, programmati dalla Macciocchi e dai suoi altri sodali". Tra questi gli inquirenti hanno individuato Francesca Riccardi Catino, la sorella Jessica Riccardi Catino, Rosa Pace, Anna Varlese, Errica Russo, Pia Martina Rea, Angelica Loffredo, Maria Mugnano, Antonella Nardelli e Luisa Maiello.

"L'attività illecita – si legge ancora nel dispositivo – era indirizzata in via esclusiva a far ottenere a favore del coniuge straniero il permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare; all’uopo, in particolare, il sodalizio provvedeva: ad effettuare il reclutamento, per lo più, di donne compiacenti o indigenti che in modo consapevole si rendevano disponibili a sposarsi anche più volte con diversi cittadini stranieri; a predisporre falsamente residenze funzionali allo scopo ospitalità presso persone retribuite per il supporto dato; al reclutamento di testimoni, alcuni dei quali tra l’altro sposatisi con altri cittadini stranieri, per la celebrazione di matrimoni civili avvenuti maggiormente nei Comuni di Mondragone e Napoli; all’accompagnamento dello ‘sposo’ presso ì rispettivi uffici consolari e successivo ufficio immigrazione".

(articolo aggiornato alle 11:55 del 12 ottobre 2022)

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