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Ius Soli, i figli di genitori stranieri nati in Italia avranno la cittadinanza onoraria di Napoli

Il consiglio comunale ha approvato l’ordine del giorno all’unanimità. “Basta discriminazioni”
A cura di Pierluigi Frattasi
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I figli minori nati in Italia da genitori stranieri regolarmente soggiornanti o nati all'estero ma che hanno completato almeno un ciclo scolastico o di formazione italiano avranno la Cittadinanza onoraria del Comune di Napoli e faranno parte a tutti gli effetti della comunità locale. Lo ha deciso il consiglio comunale di Napoli, che oggi ha approvato un ordine del giorno a firma dei consiglieri, Gennaro Esposito (Manfredi Sindaco), Gennaro Acampora (Pd), Sergio D'Angelo (Napoli Solidale Europa Verde), condiviso dal consigliere aggiunto Savary Ravendra Jeganesan, per il quale si tratta di “un piccolo ma importante passo”. L'Odg ne ha anche assorbito un altro simile presentato da Alessandra Clemente (Misto). Viene anche istituita una cerimonia speciale nel giorno del 20 novembre di ogni anno, in concomitanza con la "Giornata internazionale dei diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza”, nella quale tenere la Festa della Cittadinanza.

L'ordine del giorno è stato approvato all’unanimità, con il parere favorevole espresso dall’assessore al Welfare Luca Trapanese. Un atto che impegna l'amministrazione del sindaco Gaetano Manfredi ad agire in tal senso e ad inserire il riferimento simbolico allo “Ius Soli” e allo “Ius Scholae” nello Statuto del Comune di Napoli, allo scopo di promuovere l’eguaglianza e l’effettiva partecipazione senza distinzione di origine o provenienza. Napoli quindi segue quanto già fatto anche dal Comune di Bologna il 21 febbraio scorso, così come stanno facendo anche altri Comuni Italiani.

A Napoli 6mila minori stranieri

Gli stranieri residenti a Napoli al primo gennaio 2021 sono 56.469 e rappresentano il 6,1% della popolazione residente, circa 6mila hanno meno di 18 anni. Questi ragazzi e ragazze vivono nello stesso contesto scolastico dei giovani italiani, parlano italiano, studiano la storia d’Italia, sono figli di cittadini e cittadine straniere regolarmente soggiornanti che lavorano e pagano le tasse in Italia. Ma non hanno gli stessi diritti.

“La mancanza della cittadinanza – è scritto nell'odg approvato – oltre ad imporre a questi giovani «italiani» l'obbligo di rinnovare ciclicamente il permesso di soggiorno, priva loro – di fatto discriminandoli –di alcuni diritti fondamentali per il loro futuro umano e professionale, come la possibilità di partecipare a concorsi pubblici, la libera circolazione nei Paesi dell'Unione Europea e, per alcuni di loro, il diritto di elettorato attivo e passivo.

È più che mai necessaria una riforma di civiltà destinata a dare una risposta-normativa a giovani che sono già italiani di fatto ma che per la legge italiana risultano stranieri, come spesso stranieri sono considerati anche nei Paesi di origine dei loro genitori: giovani nati o cresciuti nel nostro Paese, che frequentano le scuole italiane, che studiano e giocano con i nostri figli, che parlano i dialetti della nostra Italia, che vivono questo come il loro Paese, che sono cittadine e cittadini italiani nella sostanza della propria vita, anche se la legge non li riconosce tali”.

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