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In comunità per rapina si impicca a 16 anni. Il biglietto: “Mamma, qui non ci volevo stare”

Il sedicenne che si è suicidato in comunità a Villa di Briano (Caserta) ha lasciato un biglietto alla madre: “Perdonami – ha scritto – non è colpa tua ma te lo avevo detto che in comunità non ci volevo stare”. Il ragazzo era accusato di una rapina a Scafati e sospettato di un altro colpo a Pompei. Il corpo senza vita trovato in uno dei bagni.
A cura di Nico Falco
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"Mamma, questo è per te, perdonami. Non è colpa tua, ma te lo avevo detto che in comunità non ci volevo stare". Sono le ultime parole che ha scritto prima di suicidarsi il 16enne di Boscoreale (Napoli) trovato senza vita in una comunità di Villa di Briano, in provincia di Caserta. Un messaggio indirizzato alla madre in cui chiede scusa, ma spiega anche i motivi di quel gesto. Il biglietto è stato ritrovato accanto al corpo dai carabinieri di Aversa, intervenuti dopo la scoperta del corpo.

Il giovane si trovava nella comunità dallo scorso 27 novembre su ordine del Tribunale dei Minori. Era destinatario di una misura cautelare, accusato della rapina aggravata di un iPhone, in concorso con altri ragazzi, avvenuta a settembre a Scafati (Salerno); era sospettato anche di un altro raid, avvenuto ai danni di una coppietta a Pompei, nel Napoletano, che da Scafati dista pochi chilometri. Domenica scorsa era scappato dalla comunità ed era tornato a casa, nel Piano Napoli di Boscoreale, ma la madre lo aveva riaccompagnato a Villa di Briano.

Il corpo del giovane è stato trovato in uno dei bagni della struttura. Si era impiccato. Inutili i tentativi di rianimarlo, all'arrivo dei soccorritori era già deceduto. Sulla salma è stata predisposta l'autopsia dalla Procura di Napoli Nord e sono state avviate le indagini per chiarire le circostanze della morte. Dopo l'esame autoptico la salma verrà restituita alla famiglia per consentire i funerali.

Le indagini sono affidate ai carabinieri della Compagnia di Aversa. I militari in queste ore stanno ascoltando gli altri ospiti della comunità e i responsabili per capire se il giovane avesse già lanciato messaggi nei giorni scorsi che avrebbero potuto far pensare al gesto che si apprestava a compiere.

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