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In Campania le scuole non riaprono: ci sono troppi contagi fra i giovani

Le curve di contagio della popolazione 0-18 anni in Campania si stanno verticalizzando. Significa impennata di aumenti che rende difficile, se non impossibile, concedere la riapertura delle scuole primarie in Campania a partire dal 26 ottobre. Ma che possibile una proroga dell’ordinanza che le chiude tutte.
A cura di Redazione Napoli
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La Regione Campania non riaprirà le scuole in Campania. Né le elementari il prossimo 26 ottobre, né probabilmente il 30 quando scadrà l'ordinanza.  Ieri dopo la dichiarazione del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca il mondo della scuola già si era mosso, prevedendo una riapertura almeno delle elementari, insieme alle materne, chiuse e poi aperte dopo pochi giorni.  E invece in serata, doccia fredda: dietrofront della Regione e scuole chiuse (tranne materna e Università per gli studenti del primo anno). Ma qual è il motivo? Nella task force all'interno dell'Unità di Crisi già durante la riunione di ieri, martedì 20 ottobre, emergeva un elemento preoccupante: le curve di contagio presentate fanno emergere un dato preoccupante, ovvero la verticalizzazione nell'aumento nella popolazione da 0 a 18 anni.

Cosa significa? Che in quella fascia d'età, cioè dai neonati ai maggiorenni molti più individui si stanno contagiando (asintomatici o no). E un aumento dall'apertura delle scuole potrebbe portare ad una ulteriore diffusione del virus nelle settimane a venire nella popolazione scolastica, proprio nei  momenti in cui vengono messe in campo delle decisioni draconiane (coprifuoco notturno, divieto degli spostamenti interprovinciali e forse entro domenica anche tra regioni). Palazzo Santa Lucia ci tiene a non rompere col mondo della scuola: De Luca fa filtrare il segnale di volontà di sbloccare  almeno la primaria. Ma al tempo stesso la valutazione del rischio sanitario e della salute della popolazione come primo obiettivo restituiscono un quadro del tutto diverso. E se i bollettini delle prossime ore dovessero confermare il trend esponenziale il problema non sarebbero solo le scuole ma l'intero apparato produttivo del Paese.

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