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In 10 giorni vinti 155mila euro: la “fortuna” di una donna svela il sistema di riciclaggio del clan

I clan Sautto-Ciccarelli e Angelino-Gallo di Caivano ripulivano soldi di estorsioni e droga attraverso il 10 e Lotto: avrebbero investito quasi 800mila euro.
A cura di Nico Falco
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In poco più di dieci giorni, su quel conto corrente appena aperto, erano piovuti 155mila euro, tutti provento di vincite al "10 e Lotto". È stata proprio questa "fortuna", decisamente misteriosa, a far partire le indagini che hanno portato alla scoperta del sistema di riciclaggio dei clan Sautto-Ciccarelli e Angelino-Gallo, che con le scommesse ripulivano (con non troppa fortuna, a conti fatti) i soldi provenienti da droga ed estorsioni.

Il conto corrente sospetto

Le indagini, svolte dai carabinieri con la collaborazione dell'Agenzia delle Dogane dei Monopoli, sono partite dal ferimento di Francesco Pezzella, pregiudicato, che il 7 febbraio 2023 è finito in ospedale sostenendo di essere stato vittima di una rapina. Da accertamenti è però parso più plausibile che fosse stato vittima di una spedizione punitiva i cui motivi erano da ricercare nel traffico di droga.

Nel corso di una delle perquisizioni, quella a carico di una donna, moglie del pregiudicato Raffaele Zambella (ora detenuto e tra gli indagati odierni), i militari avevano trovato la ricevuta di una operazione postale che riportava un saldo attivo di oltre 155mila euro. Una somma del tutto sproporzionata alla capacità reddituale di tutta la famiglia. Dai successivi accertamenti è emerso che quel conto era stato aperto il 4 ottobre 2022 versando 40 euro, e che il 22 novembre già aveva un saldo positivo di 155mila euro. Nel dettaglio, tra l'11 ottobre e il 21 ottobre erano stati versati 17 bonifici da 9mila euro e uno da 2.250 euro, tutti per vincite col "10 e Lotto". E che le giocate portavano alla stessa ricevitoria.

I soldi riciclati nella ricevitoria

Gli investigatori si sono così concentrati su Raffaele Alibrico, titolare di una ricevitoria a Caivano, che per gli inquirenti è a capo del gruppo. Secondo la ricostruzione i soldi di droga ed estorsioni, inutilizzabili in quanto formalmente inesistenti, venivano ripuliti con le scommesse. E anche la ricevitoria ci guadagnava, perché incassava, anche questo in maniera legale, l'aggio dell'8%.

I due clan avrebbero investito quasi 800mila euro in questo sistema; ad occuparsi materialmente delle giocate sarebbero stati, tra gli altri, Luca e Angelo Alibrico, fratello e padre di Raffaele, mentre le vincite sarebbero state intestate ad altri componenti del gruppo, legati da vincoli di parentela o convenienza.

In carcere sono finiti Raffaele Zambella (già detenuto), Michele Esposito, Michele Leodato e Aniello Leodato; disposti, invece, i domiciliari rer Raffaele Alibrico, Angelo Alibrico e Luca Alibrico.

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