Il truffatore minacciato da 4 clan: la richiesta da 2.5 milioni mentre era ricoverato

Un commerciante, autore di una grossa truffa ai danni di numerosi clienti Enel, si sarebbe trovato addosso gli emissari di quattro diversi clan, convinti che avesse finto di stare male per intascarsi tutti i soldi senza versare la loro parte, ovvero 2 milioni e mezzo di euro. Ma si sarebbe trattato soltanto di un equivoco.
La vicenda emerge dall'ordinanza eseguita oggi dai carabinieri a carico di 44 persone (dieci ai domiciliari e 34 in carcere), arrivata al termine di indagini contro il clan Russo, attivo nel Nolano, e i gruppi di camorra collegati. Tra le ipotesi, anche il condizionamento delle elezioni a Cicciano e Casamarciano.
L'estorsione da due milioni e mezzo di euro
Il reato di tentata estorsione, in merito ai proventi della truffa milionaria, viene contestato a due affiliati al clan Russo, in concorso con altre 9 persone e sette di queste sono ritenute inquadrate in vari clan: i Cava, i Licciardi dell'Alleanza di Secondigliano, i Fabbrocino. La vicenda si sarebbe svolta tra aprile e ottobre 2023.
La visita anche in ospedale
La vittima sarebbe stata più volte minacciata dai vari affiliati, per conto dei rispettivi clan. Quattro degli indagati, e tra loro ci sarebbe stato anche un affiliato al clan Licciardi, avrebbero raggiunto il commerciante anche nell'ospedale di Sulmona, dove si trovava ricoverato, per reiterare le loro pretese.
Il gip ha però respinto la richiesta di misure cautelari. In base agli elementi raccolti, scrive il giudice nell'ordinanza, non ci sarebbe, infatti, stata una tentata estorsione e nemmeno delle minacce, ma si sarebbe trattato sostanzialmente di un equivoco.
L'equivoco sulla spartizione dei soldi
Dopo avere incassato i soldi della truffa, circa 5 milioni di euro, il commerciante era finito in ospedale a seguito di un incidente automobilistico. E questo, viene ricostruito nell'ordinanza, aveva fatto nascere il sospetto negli altri coinvolti che stesse fingendo di stare male per non pagare la quota ai clan.
Quando gli indagati erano però andati in ospedale, si erano resi conto che l'uomo stava male davvero e lo stesso li aveva fatti entrare nella sua camera per rassicurarli sulla buona riuscita della truffa e sullo spostamento, già effettuato, dei soldi da dividere.