Il sequestro del 15enne dopo anni di estorsioni: “Il padre aveva enormi disponibilità economiche”

Il sequestro lampo del 15enne, rapito a San Giorgio a Cremano (Napoli) e rilasciato poche ore dopo, sarebbe stato deciso perché i criminali sapevano che il padre "aveva enormi disponibilità economiche". Il retroscena è stato ricostruito grazie alle dichiarazioni del primo arrestato, Antonio Amaral Pacheco De Oliveira, e a quelle del padre del ragazzo, l'imprenditore Giuseppe Maddaluno, che ha raccontato di essere stato per anni taglieggiato dalla camorra con l'imposizione di prestiti da restituire con interessi alti. Oggi sono arrivati gli altri due arresti: i cugini Renato e Giovanni Franco.
Le estorsioni al padre del 15enne
Maddaluno sarebbe finito nel mirino del clan nel 2018, quando era stato coinvolto da un esponente apicale del clan Formicola, gruppo Attanasio, attivo anche a San Giorgio a Cremano, che voleva coinvolgerlo in una serie di attività guadagnando sull'evasione dell'Iva. L'imprenditore avrebbe rifiutato, spiegando di non voler formare società con appartenenti alla criminalità organizzata, e sarebbe stato quindi vittima di estorsione. Il camorrista gli avrebbe imposto un prestito da 50mila euro, che lui avrebbe dovuto restituire in dieci rate mensili da settemila euro, quindi dando ventimila euro in più. L'imprenditore, a quel punto, avrebbe accettato per timore di conseguenze.
Il movente: l'enorme disponibilità di denaro
Dopo la morte di Gennaro Matteo, esponente del clan Formicola e legato al gruppo Attanasio ucciso nel 2021 a Ponticelli, Renato Franco sarebbe subentrato nelle richieste estorsive a Maddaluno. Riscontri di questi precedenti sarebbero stati trovati ne corso dei sequestri effettuati sia presso l'abitazione dell'imprenditore sia presso il Club Sporting.
Renato Franco, accusato di essere l'organizzatore del sequestro del 15enne, secondo gli inquirenti sapeva, insomma, che l'imprenditore aveva, così la definisce il gip nell'ordinanza, una "enorme disponibilità di denaro". E ci sarebbe stato proprio questo, dietro la decisione di rapire il ragazzo, chiedendo un riscatto altissimo: un milione e mezzo di euro.