Il potere del clan Mazzarella a Napoli: viaggio nella camorra, la nuova puntata di Confidential

«Mi chiamavano "Francesco sette pistole". Giravo per Napoli con due granate negli slip. Mi piacevano le armi, ora non mi piacciono più». Così si presenta Francesco Mazzarella, collaboratore di giustizia e figlio di Vincenzo «'o Vichingo», storico contrabbandiere di San Giovanni a Teduccio. È lui il testimone principale dell'ultima puntata di "Confidential", il programma d'inchiesta di Fanpage.it condotto da Francesco Piccinini, direttore editoriale di "Deepinto", con Tommaso Ricciardelli, fondatore di "Parliamo di Mafia", racconto delle mafie su Instagram, e Marta Casà, criminologa nota come "Mente Criminale".
La puntata ricostruisce la genealogia del clan Mazzarella, un gruppo camorristico pluridecennale, ancora egemone nel centro di Napoli nonostante inchieste, arresti, pentiti, omicidi. «Sono un clan poco raccontato – spiega Piccinini – eppure uno dei quattro latitanti più ricercati d'Italia è Roberto Mazzarella. In rete si trova pochissimo, per questo abbiamo deciso di partire da loro».
Secondo Ricciardelli, «il clan nasce da Michele Zaza, l'uomo che inventò il traffico di sigarette. Era in contatto diretto con la Philip Morris e da lui discendono i Mazzarella. Poi, attraverso il matrimonio tra Marianna Giuliano, figlia del boss di Forcella, e Michele Mazzarella detto ‘o Fenomeno, entrano nel centro e ne prendono il controllo».
Nel racconto di Francesco Mazzarella, il padre è «un pilota di motoscafi blu, imbarcazioni di legno più veloci della Finanza». «Quando andavano a Bari per il contrabbando di sigarette, sopra la merce mi ci mettevano a dormire. La mia culla erano le sigarette». Per Marta Casà si tratta di «una camorra tribale, dove l’identità criminale si eredita. Colpisce che da bambino chiedesse come regalo una pistola: a quell’età si cerca riconoscimento e potere, e la camorra diventa il gruppo che ti accoglie».
Nel podcast interviene anche Gennaro Panzuto, noto come "Genny Terremoto" ex killer dell’Alleanza di Secondigliano, oggi collaboratore di giustizia: «Vincenzo Mazzarella era più per sparare che per parlare. Suo fratello Gennaro pensava agli affari». È lui a raccontare le guerre tra Nord e Centro città, le faide con il clan Rinaldi e il passaggio dai traffici di contrabbando allo spaccio di cocaina.
Il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri spiega a Confidential che «la camorra utilizza sistematicamente il dark web per acquistare tonnellate di cocaina senza spostarsi. Oggi – dice – non ci sono più piazze di spaccio: c’è il delivery della cocaina». Per l'ex questore Antonio De Iesu, oggi assessore comunale a Napoli, «i clan cercano le falle nella gestione pubblica. Le cronache sono piene di comuni sciolti per infiltrazioni. Il consenso politico passa ancora per le famiglie che controllano i voti». Chiude la puntata don Luigi Merola, già parroco anticamorra di Forcella e oggi animatore della fondazione " ‘A voce de creature". Don Merola ha conosciuto da vicino i baby boss della cosiddetta ‘paranza dei bambini', sodalizio sanguinario guidato dai Sibillo. «Emanuele Sibillo – spiega – era il mio chierichetto. Era un bravo ragazzo. La paranza dei bambini nasce quando i capi vengono arrestati e i minori restano soli. Bisogna intervenire prima, altrimenti è troppo tardi».