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Notizie sull'omicidio di Antonio Natale a Caivano

Il fratello di Antonio Natale, scomparso da Caivano: “Era in un giro di droga, volevo farlo arrestare”

Da 9 giorni non si hanno notizie di Antonio Natale, il 22enne di Caivano (Napoli) scomparso dal 4 ottobre. I familiari temono che sia stato ucciso e che il corpo sia stato fatto sparire. Il fratello ha raccontato che negli ultimi tempi frequentava degli spacciatori, tanto che aveva pensato di comprare della droga e mettergliela in tasca per farlo arrestare: “Meglio in carcere che in questi giri”.
A cura di Nico Falco
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Antonio Natale potrebbe essere stato ammazzato e il suo corpo fatto sparire chissà dove, sepolto in qualche terreno della provincia di Napoli. È l'ipotesi che si fa largo nelle indagini sul 22enne scomparso da Caivano e di cui non si hanno più notizie dallo scorso 4 ottobre. Nove giorni, in cui parenti ed amici hanno provato in tutti i modi a mettersi in contatto con lui e le forze dell'ordine sono sulle sue tracce. Nel quartiere c'è stata anche una fiaccolata, ma nessuno pare sapere, o voler dire, cosa sia successo al ragazzo. A ventilare la possibilità che sia vittima di "lupara bianca" è la stessa famiglia, che ha parlato apertamente di un "brutto giro" in cui il ragazzo era entrato negli ultimi tempi.

Antonio Natale scomparso da Caivano

La storia comincia il 4 ottobre. A ricostruire quella giornata è la sorella, Filomena Natale, intervenuta con la madre e il fratello durante la trasmissione "La Radiazza" su Radio Marte. Antonio, spiega la donna, dice di essere andato dal Parco Verde a Napoli con un amico per comprare dei vestiti firmati. Lo stesso amico con cui aveva avuto tre giorni prima un brutto litigio che aveva coinvolto anche il cugino e lo zio dell'altro. Le telecamere di due negozi di abbigliamento confermano questa parte, effettivamente i due ragazzi sono stati lì.

Alle 19 Antonio dice alla madre di essere ancora con quell'amico, ma con un tono che è parso preoccupato. Da quel momento, però, si perdono le tracce. L'amico, tornato a Caivano, dice di avere lascito il 22enne in via Atellana, nella zona cosiddetta del Bronx di Caivano; la stessa versione che darà poi ai carabinieri, che gli sequestreranno il cellulare in seguito alla denuncia della famiglia. "Un posto desolato e buio, dove Antonio non si sarebbe mai fatto lasciare", dice la sorella. E il cugino e lo zio dell'amico, continua la donna, sono spariti dalla circolazione.

Inoltre, aggiunge Giuseppe Natale, il fratello, quella sera l'amico è tornato a Caivano con vistosi danni alla carrozzeria dell'automobile che si è fatto riparare nel giro di poche ore. Come se avesse avuto un incidente, che però non viene mai menzionato nelle ricostruzioni di quel giorno.

Il "brutto giro" della droga in cui era entrato Antonio Natale

"Mio fratello ha lavorato come pizzaiolo in Germania, era lì fino a poco tempo fa – continua Filomena – da quando è tornato a Napoli non lo abbiamo capito più. Ha iniziato a frequentare un brutto giro. Noi figli siamo andati tutti via da Napoli, in famiglia siamo tutti lavoratori, non abbiamo mai avuto a che fare con la criminalità".

"Noi temiamo per la vita di mio fratello – aggiunge Giuseppe – lui aveva paura di queste tre persone". L'uomo spiega che negli ultimi mesi Antonio aveva cambiato radicalmente abitudini, cominciando a indossare abiti firmati e a sfoggiare telefonini costosi, segno di una grossa ed improvvisa disponibilità economica di cui la famiglia non esclude che possa essere collegata allo spaccio di stupefacenti nel quale ipotizza che il ragazzo possa essere stato coinvolto. "Qualche tempo fa – conclude l'uomo – volevo comprare io della droga, venti o trenta pezzi, metterglieli in tasca e chiamare la polizia. Volevo farlo arrestare, perché è meglio averlo in carcere che in questi giri".

Anche la madre pensa che ad Antonio sia successo qualcosa di terribile. Che il suo corpo sia stato fatto scomparire, per non dare nemmeno alla famiglia il sollievo di sapere che fine abbia fatto, di avere una tomba su cui piangere. "Io ho denunciato tutti, ho fatto i nomi, non mi fermo qui – dice la donna, visibilmente scossa – io metto in mezzo anche la camorra. La camorra ha ucciso mio figlio. Mi devono dare mio figlio, vivo o morto".

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