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I rapitori del 15enne scrivono su WhatsApp: “Se chiami la polizia non vedi più tuo figlio”

Giuseppe Maddaluno era stato contattato su Whatsapp dai rapitori del figlio 15enne; nelle chat uno dei criminali reitera richieste e minacce: un milione e mezzo di euro se vuole che il figlio venga rilasciato.
A cura di Nico Falco
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Immagine a scopo illustrativo
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Otto aprile 2025, sono le otto e un quarto del mattino circa quando sul telefono di Giuseppe Maddaluno arriva un messaggio da un numero sconosciuto. Il senso del testo è inequivocabile: se vuoi rivedere tuo figlio non chiamare la Polizia. Comincia così la chat tra l'imprenditore, padre del 15enne vittima del sequestro lampo a San Giorgio a Cremano (Napoli), e uno dei rapitori. E a colpire, soprattutto, è il canale scelto: non più telefonate da chissà dove, con i familiari delle vittime costrette ad attendere, ma il sistema di messaggistica per antonomasia: una normalissima chat su Whatsapp.

La chat tra il padre del ragazzino e i rapitori

Quella mattina la Polizia di Stato era stata avvisata dal titolare di un bar che si trova accanto al garage dove è stato sequestrato il ragazzino: l'uomo aveva visto due persone che caricavano il 15enne in auto, aveva cercato di intervenire ma era stato intimidito. Pochi minuti dopo, la serie di messaggi sul telefono del padre.

Un botta e risposta molto fitto che dura quasi un'ora, dal quale traspare la preoccupazione dell'uomo, che appare spaesato e più volte chiede di parlare col figlio. Ottenendo in cambio delle rassicurazioni sinistre: "Lui sta bene, finché sto bene io". Lo sconosciuto ribadisce la richiesta, un milione e mezzo di euro, e gli chiede con insistenza di liberarsi della Polizia che, in quei minuti, è con lui.

L'uomo, continuando a chiedere delle condizioni del figlio, cerca di fargli capire che non riuscirà ad andare ad un appuntamento da solo, perché i poliziotti non glielo permetteranno. Gli dice che ha provato a convincerli che non è vero nulla, che si tratta di una bravata del figlio, ma che non gli hanno creduto. E aggiunge: troverà un modo per non farsi seguire.

"Se i poliziotti trovano me, tu non troverai tuo figlio", è il terribile avvertimento che, a un certo punto, scrive il rapitore. E l'uomo cerca ancora di prendere tempo: se è anche lui padre, scrive, sa che i soldi non sono nulla rispetto alla vita di un figlio, e gli darà tutto quello che ha per salvarlo.

Sequestro lampo del 15enne, tre arresti

Per quella vicenda oggi sono scattati altri due arresti: oltre ad Antonio Amaral Pacheco De Oliveira, preso nella stessa giornata, subito dopo la liberazione del ragazzino, sono finiti in manette i cugini Renato Franco e Giovanni Franco; il sequestro sarebbe scattato perché Renato Franco, ritenuto l'organizzatore, era a conoscenza della disponibilità di denaro dell'imprenditore.

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