Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

I lavoratori del Teatro Mercadante leggono documento per la Palestina alla prima della stagione: lungo applauso

I lavoratori del Teatro Mercadante leggono documento contro il genocidio a Gaza alla prima della stagione teatrale 2025-26. Lungo applauso in sala.
A cura di Pierluigi Frattasi
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I lavoratori del Teatro Mercadante di Napoli leggono un documento per la Palestina e contro il genocidio a Gaza alla prima della stagione teatrale 2025-'26. Nella sala gremita parte un lungo applauso da parte degli spettatori. L'episodio, a quanto apprende Fanpage.it, sarebbe avvenuto nel corso dello spettacolo di giovedì scorso. Il documento è stato firmato da tutte le lavoratrici e da tutti i lavoratori dello storico Teatro Stabile Nazionale di Napoli, che si trova in piazza Municipio, di fronte al Maschio Angioino.

Prima dell'inizio dello spettacolo, i lavoratori del Teatro sono scesi davanti al palco: "In apertura della stagione teatrale del teatro nazionale di Napoli –  sentiamo il dovere di esprimere tutta la solidarietà e vicinanza al Popolo Palestinese". Parole che sono state accolte da un lungo applauso da parte degli spettatori in sala. "Nonostante la firma del piano di pace o tregua – si legge nel documento dei lavoratori del Mercadante – riteniamo fondamentale e necessario mantenere alta l'attenzione perché il momento è e resta molto delicato ancora. Bisogna ribadire che una vera pace non può prescindere dal riconoscimento dello Stato di Palestina nella sua autodeterminazione e della autonomia. Il rispetto dei Popoli, dei diritti umani e del diritto internazionale in Palestina e Cisgiordania e in ogni altro conflitto dove le popolazioni vengono oppresse non deve essere calpestato. Quando questi diritti sono violati, la protesta non solo è legittima ma necessaria".

"Noi – hanno concluso – abbiamo il privilegio di lavorare in un luogo di cultura e sentiamo il dovere di riaffermare che il teatro non è complice, silenzioso o indifferente. L'arte che tace davanti all'ingiustizia tradisce se stessa, come diceva Dario Fo. Di fronte a una simile catastrofe, al genocidio umano e culturale che tenta di cancellare l'identità, la memoria e la dignità di un Popolo, minando così le fondamenta della nostra civiltà non è possibile restare in silenzio. Siamo una comunità che crede nella dignità umana e questa sera il nostro applauso va a chi non può parlare, a chi non l'ha potuto fare a chi ha perso la vita per farlo. Il teatro resti un luogo di umanità, ascolto, libertà e condivisione sempre".

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