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Gli assessori esterni e la nuova leadership di Roberto Fico in Campania

La decisione di chiudere le porte della giunta agli eletti, consentirebbe a Roberto Fico di recuperare un deficit decisionale e di comando.
A cura di Domenico Giordano
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I "mal di pancia" non si sono fatti attendere e non poteva essere altrimenti. Non appena è trapelata la notizia che Roberto Fico sarebbe intenzionato a scegliere i nuovi assessori non pescando tra gli eletti, ma portando a Santa Lucia tutti esterni, sono cominciate le lamentazioni. Con varie argomentazioni di natura politica o territoriale, ma più o meno tutte comprensibili e formulate, al momento, con toni abbastanza garbati. Già questa diversità di linguaggio, che in politica non possiamo mai dare per scontato, rappresenta per il neo presidente un primo risultato da portarsi a casa rispetto alla gestione decennale di Vincenzo De Luca.

Intanto, se questa impostazione dovesse superare le ritrosie e le diffidenze e giungere effettivamente a compimento, è innegabile quanto la leadership comunicativa di Fico, che durante queste settimane di campagna elettorale non ha di certo brillato per decisionismo e capacità di governo della coalizione, farebbe segnare non uno, ma più di un punto a suo favore. Insomma, con una giusta esterni a beneficiare sarebbe in primis la leadership di Fico, in termini sostanziali e di percezione complessiva.

Innanzi tutto, la decisione di chiudere le porte della Giunta agli eletti, gli consente di recuperare un deficit decisionale e di comando che in diversi osservatori hanno evidenziato, in particolare nell’inevitabile parallelismo con il predecessore che non ha perso una sola occasione pur di sottolineare il ruolo e di esaltare la spiccata attitudine al comando. Contro tutti e contro tutto.

In secondo luogo, la decisione degli esterni non solo agevola quel processo di personalizzazione indispensabile alla credibilità di una leadership politica, ma al contempo, è funzionale per commissariare appetiti e ambizioni, di partiti e gruppi vari, che si rianimano in prossimità di uno spoil system così corposo. Gli altri possibili vantaggi comunicativi nel puntare su assessori esterni, sono di tipo comparativo e vanno nella medesima direzione di consolidamento rapido della leadership.

Infatti, Fico sta implicitamente dicendo a coloro i quali oggi si ribellano e protestano, che lui non sta facendo nulla di diverso da quanto già fatto nelle ultime due precedenti esperienze regionali e che è stato accettato supinamente senza proferire parola. Quindi, ciò in buona sostanza il messaggio che sta recapitando agli alleati è questo: perché mai ciò andava per De Luca non può più andar bene adesso? Infine, in questa scelta c’è un ultimo aspetto da tener a mente, che può rivelare sin d’ora che tipo di presidente vorrà e potrà essere Roberto Fico nei prossimi cinque anni.

Un segnale che discende direttamente dai profili che il presidente deciderà di portarsi a Palazzo Santa Lucia. Se De Luca pur scegliendo sempre validi professionisti, ha fatto in modo che tutti i suoi assessori rimanessero in un rigido cono d’ombra, mai sopraesposti, per nessuna ragione, mai tantomeno una dichiarazione pubblica non concordata preventivamente o una visibilità fuori dalla narrazione del Capo, Roberto Fico invece potrebbe lasciare ai suoi assessori spazi di visibilità, di manovra e, di conseguenza, di audience che svelano una gestione della comunicazione diametralmente opposta a quello di De Luca.

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Domenico Giordano è spin doctor e consulente di comunicazione politica per Arcadia(www.arcadiacom.it) agenzia di cui è anche amministratore. Collabora con diverse testate giornalistiche sempre sui temi della comunicazionepolitica e delle analisi degli insight social e della rete. È consigliere nazionale dell’AssociazioneItaliana di Comunicazione Politica. Ha pubblicato “De Luca, la comunicazione politica di Vincenzo De Luca da sindaco a social star (Area Blu edizioni 2021) e “Sono un uomo di pace e perfino d’amore” (GrausEdizioni 2022). Da marzo è in libreria con “La Regina della Rete, le origini del successo digitale di Giorgia Meloni” (Graus Edizioni 2023)
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