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Giovani armati sugli scooter a Bagnoli, le indagini: la paranza proveniente da Fuorigrotta

Mercoledì un gruppo di giovani armati ha sfilato a Bagnoli; sarebbe stato un atto dimostrativo, la “paranza” sarebbe arrivata dal quartiere vicino.
A cura di Nico Falco
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Potrebbe essere partita dalla vicina Fuorigrotta la "paranza" di scooter che nel pomeriggio di due giorni fa, 6 settembre, ha seminato il panico tra le strade di Bagnoli, periferia Ovest di Napoli: è questa, apprende Fanpage.it da fonti qualificate, una delle ipotesi al vaglio degli investigatori che in queste ore stanno esaminando le telecamere di sorveglianza per ricostruire il tragitto di quelle moto di grossa cilindrata che, intorno alle 18, hanno praticamente sfilato tra le strade del quartiere mostrando le armi ai passanti.

Il racconto dei testimoni: "Giovani incappucciati e armati"

Secondo diversi testimoni il gruppo era composto da almeno una decina di giovani, che si muovevano su sette o otto scooter di grossa cilindrata, vestiti con abiti scuri e col volto coperto. Non avrebbero fatto nulla per passare inosservati, anzi: avrebbero percorso numerose strade del quartiere, anche quelle centrali, mostrando le armi, in particolare un mitra.

Dinamica che fa pensare ad un atto dimostrativo, che in chiave camorra suona come un messaggio chiaro: qualcuno, e non del quartiere, con una invasione di territorio ha voluto "mostrare i muscoli", lanciando una sfida ai gruppi malavitosi locali.

Le indagini: il gruppo proveniente da Fuorigrotta

Al momento viene ritenuto verosimile che la "paranza" possa essere arrivata dal quartiere Fuorigrotta, soprattutto in virtù dei rapporti conflittuali con la mala di Bagnoli. Secondo gli inquirenti il gruppo che farebbe capo a Massimiliano Esposito (detto "lo Scognato") avrebbe infatti, forte dell'appoggio dei Licciardi di Secondigliano, tentato di espandere la proprio influenza proprio sull'altro quartiere, incontrando l'opposizione dei clan che, invece, sono legati ai Mazzarella.

In quest'ottica, mercoledì la paranza potrebbe essere arrivata a Bagnoli approfittando di un momento di difficoltà del gruppo malavitoso locale, indebolito da arresti e pentimenti: sono attualmente detenuti i fedelissimi e anche i due figli, Christian e Massimiliano Esposito Junior, e due anni fa è diventato collaboratore di giustizia quello che veniva ritenuto il braccio destro del boss. Ulteriore colpo inferto dalle forze dell'ordine, nel luglio 2023: otto arresti per gli scontri tra gli Esposito e i Giannelli, dopo i numerosi raid avvenuti tra Bagnoli e Cavalleggeri alla fine del 2022.

In questi scenari si collocano le altre guerre di camorra che nell'area occidentale non si sono mai sopite, contesto nel quale sarebbero maturati almeno tre omicidi: quello di Antonio Volpe (marzo 2021), ritenuto eminenza grigia del clan Baratto, quello di Andrea Merolla (novembre 2021), nipote del presunto boss Vitale Troncone, e quello di Salvatore Capone (1 gennaio 2022), legato al clan Licciardi e che era stato tramite di Esposito durante la latitanza. A questi si aggiunge il grave ferimento di Troncone, vittima di un agguato davanti al bar di famiglia il 23 dicembre 2021.

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