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Fugge dai talebani in Afghanistan, poi tenta il suicidio: 13enne salvato in ospedale a Napoli

La storia di Karim – nome di fantasia – un ragazzino dimesso oggi dal Policlinico Federico II di Napoli. Dopo essere fuggito dall’Afghanistan occupato nuovamente dai talebani, il 13enne ha tentato il suicidio, gettandosi dalla finestra. Preso in cura dall’ospedale partenopeo, il ragazzino è stato salvato e curato anche per il diabete che lo affligge.
A cura di Valerio Papadia
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Una storia a lieto fine, dopo tante sofferenze patite, quella di Karim – nome di fantasia – un ragazzino di soli 13 anni che è fuggito dall'Afghanistan dopo l'occupazione dei talebani. In Italia, però, memore delle atrocità e dell'orrore vissuto in Patria, il ragazzino ha tentato il suicidio, ma fortunatamente ora sta bene, grazie alle cure ricevute al Policlinico Federico II di Napoli. Dopo essere giunto nel nostro Paese dall'Afghanistan con uno degli ultimi voli in partenza, il 13enne è stato accolto in una casa famiglia in Cilento. Dalla provincia di Salerno, però, Karim tenta la fuga in bicicletta, nella speranza di raggiungere alcuni parenti in Francia: durante il viaggio, però, accusa un malore e viene portato in ospedale, dove gli viene diagnosticato il diabete. Qui, il gesto estremo: il 13enne si lancia da una finestra del nosocomio.

Dopo il tentato suicidio Karim viene trasferito nel Dipartimento di Neuropsichiatria Infantile del Policlinico Federico II, guidato dalla dottoressa Carmela Bravaccio. Qui, oltre alle cure necessarie per curare le ferite riportate nel tentativo di suicidio, i medici lavorano per far accettare al 13enne la diagnosi di diabete e per vagliare il suo stato mentale dopo la fuga dall'Afghanistan. Un lungo percorso, quello di Karim in ospedale, che ha portato alle dimissioni ma che dovrà proseguire, affinché, il ragazzino venga seguito durante anche il processo di inserimento nella società, oltre che nella sua lotta al diabete.

Questo il commento di Anna Iervolino, direttore generale del Policlinico: "La storia di questo bambino ci ricorda la ragione per la quale il nostro lavoro nell'area della Neuropsichiatria infantile è essenziale. Il vissuto di Karim è legato agli orrori dai quali è dovuto fuggire, storia come ce ne sono tante. Per questo la nostra Azienda Ospedaliera Universitaria intende continuare a fare rete con il territorio per garantire risposte concrete in situazioni di grande complessità diventando sempre più un polo di riferimento, non solo regionale, per le emergenze-urgenze in ambito neuropsichiatrico".

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