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Fondi Coesione, il Consiglio di Stato dice a Fitto e De Luca che devono smettere di litigare e collaborare

La storia infinita che contrappone Fitto e De Luca sui Fondi Coesione e Sviluppo continua. Nonostante il Consiglio di Stato abbia detto a entrambi di collaborare.
A cura di Cir. Pel.
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La st0ria infinita dei Fondi Coesione e Sviluppo alla Campania non è arrivata a conclusione. Lite verbale a distanza tra il presidente della  Regione Vincenzo De Luca e il ministro per il Sud Raffaele Fitto, ricorso al Tar della Campania (vinto), manifestazione pubblica dei deluchiani  a Roma contro il governo Meloni, strali polemici del centrodestra contro il governatore salernitano e, ora, il pronunciamento del Consiglio di Stato, cui il ministero si era appellato. Risultato?  Tutto rinviato al prossimo 13 giugno per l'udienza «di merito». Ma da Palazzo Spada è arrivata una direttiva chiara che probabilmente né Fitto né De Luca prenderanno politicamente in considerazione: «collaborare».

Torniamo all'ultimo episodio della storia infinita: oggi il Consiglio di Stato ha sospeso gli effetti della sentenza del Tar Campania che aveva accolto il ricorso della Regione. Il Tribunale amministrativo aveva sostanzialmente detto: attenzione che se il Dipartimento per le politiche di Coesione e il Sud non procede al patto sui fondi Coesione, si rischia un commissario ad acta. Ci sarà nel merito una udienza a giugno. Ovviamente il provvedimento è stato accolto dal centrodestra come una vittoria. Dichiara Fitto:

Non vi è stato alcun inadempimento da parte del Dipartimento per le politiche di coesione e il Sud,  non vi sono mai stati i presupposti per ipotizzare la nomina di un commissario ad acta, che lo stesso Tar Campania aveva peraltro indicato come meramente eventuale. Prendo atto positivamente di questa ordinanza.

Per quanto ci riguarda, il Governo proseguirà nelle interlocuzioni necessarie a definire l'Accordo per la coesione con la Regione Campania, confermando un approccio pienamente collaborativo che ha già portato alla sottoscrizione di 17 Accordi e all'avanzamento nella definizione dei restanti 4.

Oggi De Luca dunque ha incassato tutti gli strali polemici del centrodestra: le " batterie" del governo Meloni si sono mosse all'unisono con note polemiche contro il presidente della giunta campana. La più rilevante è quella di Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura e papabile candidato meloniano nel 2025 alle Elezioni Regionali: «La figuraccia di De Luca si commenta da sola e dimostra che con le polemiche non si va da nessuna parte».

De Luca nel suo monologo social del venerdì abbozza e rilancia:

Siamo pronti ad avere massima collaborazione con tutti e ovviamente ci attendiamo che si addivenga a una rapida definizione dell'accordo. Ribadiamo che siamo, come ovvio, più che disponibili al dialogo e possiamo anche fermarci a Roma 2-3 giorni e notte.

Ma cosa ha detto con l'ordinanza numero 1325/2024 il Consiglio di Stato? Qualcosa che entrambi, ministro e governatore, difficilmente ascolteranno in questa campagna elettorale permanente: di collaborare, così come prescrive la Consulta, nei rapporti tra Regione e Stato: «Sospesa la sentenza – scrive l'estensore Francesco Gambato Spisani –  resta fermo comunque l’obbligo di tutte le parti di proseguire il dialogo – ricorrendo a leali, reali, proficue e reiterate interlocuzioni – per addivenire alla celere definizione dell’accordo nel rispetto del principio di leale collaborazione, così come precisato dalla Corte costituzionale».

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