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Fibromialgia, la Campania approva la legge regionale per curare il dolore cronico alla schiena

La Campania approva la legge regionale che riconosce la rilevanza sociale della fibromialgia, il dolore cronico ai muscoli e alla schiena. Cosa cambia.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Immagine di repertorio
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La Campania approva la legge regionale che riconosce la rilevanza sociale della fibromialgia, il dolore cronico ai muscoli e alla schiena che può portare anche disturbi d'ansia e depressivi. Una patologia che a livello nazionale non è ancora riconosciuta, ma che affligge migliaia di pazienti e famiglie che da anni attendono diagnosi tempestive, cure qualificate e sostegno. Il problema è che non essendo ancora inserita nei LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza, non si possono stanziare fondi, con l'eccezione solo dei malati gravi. La legge regionale introduce PDTA (Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali) dedicati, un Osservatorio regionale, un Registro clinico, programmi di formazione e sensibilizzazione e coinvolge le associazioni del Terzo Settore. Prevista anche la Giornata regionale della Fibromialgia il 12 maggio.

"Con la legge regionale 27 del 16 ottobre 2025 – spiega la consigliera regionale Roberta Gaeta (Europa Verde), prima firmataria della norma approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale – la Campania riconosce ufficialmente la fibromialgia come patologia di rilevanza sociale e sanitaria. È un risultato storico per migliaia di pazienti e famiglie. Non è un atto simbolico, ma una risposta strutturale: la Campania mette in campo strumenti reali per diagnosi, presa in carico e diritti dei malati". La legge è stata presentata oggi, 4 novembre, nella Sala dei Baroni al Maschio Angioino, in un evento promosso da Cittadinanzattiva Campania e AISF ODV. "Continueremo a lavorare – conclude Gaeta – perché la fibromialgia venga inserita nei livelli essenziali di assistenza".

In Campania nuovi percorsi terapeutici per la fibromialgia

La legge si propone di realizzare un sistema integrato di prevenzione, diagnosi e cura da attuare tramite l'individuazione di un percorso diagnostico terapeutico multidisciplinare e interdisciplinare, finalizzato ad assicurare ai soggetti affetti da fibromialgia l'erogazione di prestazioni uniformi appropriate e qualificate, nonché a favorirne l'inserimento nella vita sociale e lavorativa. Favorire la conoscenza della patologia tra il personale sanitario e la popolazione, anche in riferimento alle conseguenze in ambito sanitario, familiare e sociale. Promuovere la prevenzione e la diagnosi precoce della fibromialgia, la formazione e l'aggiornamento dei medici e del personale sanitario, la ricerca scientifica sulla fibromialgia al fine di migliorare la comprensione della patologia e a sviluppare nuove strategie terapeutiche; riconoscere il ruolo sociale e informativo degli enti del terzo settore, iscritti al registro unico nazionale del terzo settore, che svolgono attività finalizzate al sostegno delle persone affette da fibromialgia; provvedere, attraverso il registro regionale di cui all'articolo 5, a monitorare l'incidenza, l'andamento e la ricorrenza della patologia, nonché a rilevare le eventuali complicanze insorte.

Per quanto attiene alle cure, la Regione istituisce Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali (PDTA) per la gestione della fibromialgia, garantendo l'accesso a diagnosi tempestive, trattamenti medici appropriati e assistenza multidisciplinare. Per la cura della patologia la Regione individua per ogni Azienda Sanitaria le sedi di riferimento. Le Aziende Sanitarie Locali (ASL) ed Aziende Ospedaliere (AO) sono incaricate di attuare i PDTA in collaborazione con centri specialistici di riferimento, medici di base e strutture ospedaliere.

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