Fbi e polizia per i 100 anni di Vincenzo Caracciolo, il poliziotto avellinese che fermò Lucky Luciano

Vincenzo Caracciolo ha compiuto 100 anni: l'ex-poliziotto avellinese, originario di Gesualdo, ha raggiunto il secolo d'età, e per l'occasione è stato festeggiato in Questura a Roma, dove si rese protagonista oltre 60 anni fa del fermo del boss Lucky Luciano. Il suo nome oggi è quasi in sordina: eppure, nel 1949, l'allora giovane poliziotto riconobbe in strada il boss mafioso italo-statunitense Lucky Luciano, lo fermò e lo portò in Questura a Roma dove gli venne notificato il foglio di via dalla Capitale. Ex membro anche della Squadra Mobile, è stato accolto tra gli applausi da tutti i presenti.

Nato a Gesualdo il 23 gennaio del 1922, Vincenzo Caracciolo ha fatto parte del Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza. Dopo aver lavorato alla Questura di Roma, era approdato alla Buon Costume della Squadra Mobile, diventando poi a 38 anni addetto alla Sicurezza dei Deputati al Parlamento, lasciando così la Polizia. Alla festa grande per i suoi 100 anni, presenti anche lo stato maggiore dell'Fbi, il Vice Capo della Polizia Vittorio Rizzi e il questore di Roma Mario Della Cioppa. Così lo ha festeggiato sui social la Polizia di Stato:
Ha compiuto 100 anni Vincenzo Caracciolo, il poliziotto che fermò a Roma il gangster italo-statunitense Lucky Luciano. Nato in provincia di Avellino nel 1922, si arruolò nel 1945 e dopo diversi incarichi in Questura venne assegnato alla Squadra mobile. La Polizia, in seguito la lasciò per un altro incarico, ma il legame con i colleghi e con l'Istituzione è sempre stato forte in tutti questi anni, tanto è vero che il traguardo dei 100 anni lo ha festeggiato in Questura a Roma circondato da affetto e ammirazione. Tanti auguri Vincenzo!
Il fermo di Lucky Luciano avvenne nel 1949: pochi giorni prima all'aeroporto di Ciampino erano arrivati 7 chili di eroina e 2 di cocaina portati da Charles Vincent Trupia, della famiglia mafiosa dei Lucchese, e lo stesso Luciano era tra gli indagati. Il potente boss aveva scelto l'Italia dopo che negli Stati Uniti d'America aveva ricevuto "l'invito" a tornarsene in Italia. Inizialmente stabilitosi a Roma, scelse Napoli e Capri come sue dimore, dopo il foglio di via emesso dalla Questura di Roma grazie proprio al fermo effettuato da Vincenzo Caracciolo. Luciano si stabilì così definitivamente nel capoluogo partenopeo dove trovò la morte il 26 gennaio del 1962, quando un infarto lo stroncò prima di raggiungere l'aeroporto di Capodichino, ed oggi la sua tomba si trova al Saint John's Cemetery nel distretto del Queens, a New York.
