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Nella truffa dei falsi incidenti stradali coi bimbi picchiati per i risarcimenti coinvolti 2 avvocati

Una truffa perpetrata con un metodo abbietto, quella per incassare i risarcimenti dei falsi incidenti stradali nel Casertano: veniva utilizzato un bimbo di appena undici anni cui venivano spaccati i denti e lesionati gli zigomi per simulare il sinistro stradale e frodare le compagnie assicurative. In carcere la mamma del bimbo-cavia, truffatori specializzati e due avvocati compiacenti.
A cura di Redazione Napoli
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È orribile quanto emerge dalle carte dell'inchiesta sui falsi incidenti stradali che ieri a Caserta ha portato a 6 arresti su ordine del Gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. La storia è questa: venivano frodate le compagnie assicurative da avvocati, periti compiacenti e addirittura da genitori che coinvolgevano i figli minorenni per rendere credibili i loro falsi incidenti stradali, finalizzati ad ottenere cospicui risarcimenti. E come facevano?

Si sono spinti, addirittura, a coinvolgere minorenni, come nel caso di un ragazzo di 11 anni, a cui tre persone – tra cui la madre – hanno provocato appositamente traumi al viso, al labbro, allo zigomo e agli incisivi. Insomma, ai bambini venivano spaccati i denti per rendere più grave il finto trauma e incassare più denaro. L'indagine è partita nel 2018 in seguito al tentativo di un uomo, poi indagato, di incassare un assegno contraffatto presso un ufficio postale  sammaritano.

Falsi sinistri stradali, gli episodi accertati

Sono almeno quindici gli episodi accertati: referti medici non veritieri compilati anche con l'ausilio di due avvocati – che figurano tra le sei persone arrestate dai carabinieri di Caserta. Altre venti persone sono indagate. Per la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha condotto le indagini, gli indagati avrebbero messo su un'associazione dal modus operandi ben collaudato, in cui vi erano falsi testimoni e false vittime, e due legali di "fiducia" che curavano le pratiche da trasmettere alle compagnie assicurative; pratiche che venivano rese poi attendibili con il coinvolgimento di minori quali vittime dei falsi incidenti.

La ‘cavia' aveva 11 anni

Uno degli episodi agghiaccianti: ragazzo di 11 anni costretto dalla madre e da altri due indagati a fare da cavia subendo  lesioni consistite, come emerge dal referto redatto dai medici del pronto soccorso, «in un trauma facciale con escoriazioni al labbro inferiore e allo zigomo sinistro e frattura dei margini incisali». In ospedale la donna ha spiegato ai medici che il figlio era stato vittima di un incidente stradale ed è così  riuscita ad avere il risarcimento.

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