Falsi documenti per la cittadinanza italiana, 22mila euro a pratica: arrestati dipendenti comunali

Il costo medio della pratica era di 22mila euro, che andavano nelle tasche del titolare di una società di intermediazione; successivamente, i dipendenti comunali e l'agente della Polizia Municipale pensavano al resto: false residenze, falsi certificati d'anagrafe, falsi controlli, corredati da timbri veri che portavano all'ottenimento della cittadinanza italiana. Un giro d'affari milionario, quello dell'organizzazione ricostruita dalla Procura di Napoli Nord, attiva tra Orta di Atella e Frattaminore, che avrebbe fatto ottenere la cittadinanza a diversi brasiliani. Le misure cautelari sono state eseguite oggi dalla Polizia Metropolitana di Napoli, le accuse sono di associazione a delinquere, falso in atto pubblico e corruzione.
Solo per uno degli indagati, il titolare della società di intermediazione, è stato disposto il carcere. L'uomo, per gli inquirenti, incassava per ogni pratica dagli 8mila ai 45mila euro, con una media di 22mila euro. Per gli altri sette sono stati invece disposti i domiciliari. Tra questi ci sono quattro dipendenti comunali di Frattaminore e Orta di Atella (tre in servizio presso l'ufficio anagrafe e il quarto è un agente della Polizia Municipale di Orta di Atella), che avrebbero dato seguito alle richieste di cittadinanza o di rilascio documenti dietro pagamenti di tangenti o in cambio di regali.
Gli ultimi tre indagati finiti ai domiciliari, secondo la Procura di Napoli Nord (procuratore facente funzioni Annamaria Lucchetta), si sarebbero occupati della parte logistica: avrebbero messo a disposizione gli immobili usati per le finte iscrizioni di residenza, fornendo timbri ed effigi dello Stato per falsificare passaporti e dichiarazioni di presenza, producendo anche false certificazioni estere che attestavano l'esistenza di avi e discendenti italiani per quei soggetti brasiliani che avevano fatto richiesta di concessione di cittadinanza. L'indagine è nata in seguito ad un'altra inchiesta analoga che aveva riguardato il Comune di Villaricca, nel Napoletano, e che si era conclusa con la condanna nel gennaio scorso di quattro dipendenti comunali e due cittadini brasiliani.