Eurovision Song Contest 2022, perché Napoli non si è candidata

Diciassette città italiane candidate ad ospitare l’Eurovision Song Contest 2022, dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia, ma Napoli non c’è. La capitale della canzone napoletana non si è fatta avanti per organizzare l’evento che quest’anno ha visto trionfare i Maneskin lanciandoli verso il successo mondiale. “Non ci sono spazi in città in grado di accogliere una manifestazione di questo tipo”, spiega l’assessora Alessandra Clemente, con delega alle Politiche Giovanili. Napoli aveva già ospitato in passato l'Eurovision Song Contest: era il 1965 e la città partenopea fu scelta dopo la vittoria di Gigliola Cinquetti dell'anno precedente. Proprio in quell'occasione fu inaugurato l'Auditorium della Rai di Napoli. Successivamente toccò a Roma nel 1991, dopo la vittoria di Toto Cutugno dell'anno prima con la canzone "Insieme".
Clemente: "A Napoli non c'è spazio"
Eppure, a Napoli ci sono lo Stadio Maradona, ex San Paolo, che in passato ha ospitato concerti memorabili, l’Ippodromo di Agnano, l’Arena Flegrea della Mostra d’Oltremare, per le strutture pubbliche, o il PalaPartenope, per quelle private. Queste ultime due con circa 6mila posti a sedere ciascuna. Perché non vanno bene? Perché gli organizzatori dell’Eurovision Song Contest avrebbero imposto parametri più elevati, secondo il Comune. “Con la possibilità di poter ospitare un grande evento come l’Eurovision Contest del 2022 in una città italiana, sarebbe stato bello avere Napoli tra le città candidate ma purtroppo, pur vagliando tutte le alternative sul tavolo – precisa l’assessora Clemente – non ci sono spazi in città in grado di accogliere una manifestazione di questo tipo".
"C’era il grande desiderio di essere della partita – racconta Clemente – e abbiamo lavorato per capire se potessimo arrivare a rispettare i parametri severissimi che impone l’Ebu (European Broadcasting Union), l’unione europea di radiodiffusione: una struttura da coperta e dotata di aria condizionata con 10.000 posti a sedere, nelle cui adiacenze abbia capannoni per allestire l’area camerini degli artisti, l’area per gli uffici delle delegazioni internazionali, un centro stampa per 1000 giornalisti, tra le altre. Mancano in città – aggiunge – strutture di questa portata”. “Naturalmente- conclude l’assessora – l’obiettivo, nel prossimo futuro, è quello di riuscire a dotare Napoli di tutti i mezzi possibili per far sì che a certe occasioni non bisogni più rinunciare per limiti oggettivi. É quello che merita una grande città come la nostra”.

Tiziano Ferro nel 2015: "A Napoli manca un Palazzetto della Musica"
La mancanza di un palazzetto della musica a Napoli era stata sottolineata qualche anno fa anche da Tiziano Ferro, in un suo concerto ad Eboli: "Quando finalmente avrete un palazzetto nella città della musica che è Napoli…". Era il 2015, ma da allora niente si è mosso nel capoluogo partenopeo.
Le città candidate
Ma quali sono le città candidate ad ospitare l'Eurovision Contest del 2022? Nell'elenco comunicato dalla Rai sono 17:Bologna, Genova, Firenze, Milano, Roma, Torino, Trieste, Alessandria, Matera, Pesaro, Rimini, Viterbo, Acireale (Catania), Bertinoro di Romagna (Forlì – Cesena), Jesolo (Venezia), Palazzolo Acreide (Siracusa) e Sanremo (Imperia). La decisione sulla città prescelta sarà assunta dalla Rai e dall'Ebu entro la fine di agosto.
La polemica: “Occasione persa”
“L'Amministrazione comunale uscente – aveva sottolineato il consigliere comunale Nino Simeone negli scorsi giorni – spieghi perché Napoli non figura tra le città candidate ad ospitare questo evento internazionale e perché non sia stata presentata neanche la "manifestazione di interesse" indetta dalla Rai? Se venisse confermata la notizia, saremmo di fronte all'ennesima occasione persa dalla nostra città e l'ennesima promessa non mantenuta da parte di Palazzo San Giacomo. Eppure insieme a "Procida 2022", un evento del genere poteva essere una grande opportunità per la città di Napoli ed una bella occasione per i napoletani di ospitare una kermesse musicale così importante, seguita in tutto il mondo. Che peccato, anzi che rabbia”.