Esposto all’amianto per 15 anni nello stabilimento di Volla: operaio risarcito con 150mila euro

Un risarcimento di 150mila euro per anni e anni di esposizione all'amianto: è quanto ha riconosciuto il Tribunale di Nola a un operaio – M.B. le sue iniziali – che per 15 anni è stato esposto alla sostanze potenzialmente tossiche e letali dell'amianto nello stabilimento Sacelit di Volla, nella provincia di Napoli. Il Tribunale di Volla, nella fattispecie, ha accolto il ricorso presentato dall'operaio e ha riconosciuto il suo diritto alla maggiorazione contributiva per i tanti anni di esposizione all'amianto.
A raccontare la vicenda è stato l'ONA, l'Osservatorio Nazionale Amianto. "Per anni lo stabilimento – spiegano dall'Osservatorio – ha rappresentato uno dei simboli più controversi dell'industrializzazione campana: un luogo che garantiva lavoro e reddito a centinaia di famiglie, ma che allo stesso tempo nascondeva una minaccia silenziosa. Nelle sue linee produttive, dove si tagliavano e modellavano lastre e tubazioni, l'amianto si disperdeva nell'aria come una polvere invisibile. Per i lavoratori era parte della quotidianità: entrava nei polmoni, si posava sugli abiti, li seguiva fino a casa. Nessuno immaginava che quelle fibre, considerate innocue o ‘necessarie alla produzione', avrebbero segnato il destino di un'intera generazione".
"Questa vicenda non riguarda solo un singolo lavoratore, ma un pezzo della nostra storia industriale che per troppo tempo è stato ignorato. Le fabbriche come la Sacelit hanno contribuito alla crescita economica del Paese, ma spesso a un prezzo pagato interamente dai lavoratori. Il riconoscimento ottenuto oggi dimostra che la verità, quando sostenuta con determinazione, riesce ancora a emergere nonostante gli anni trascorsi" ha dichiarato l'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'ONA, che ha assistito legalmente il lavoratore.