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Ergastoli cancellati per il duplice omicidio che fece partire la faida di Scampia

Assolti Raffaele Abbinante, Francesco Abbinante e Vincenzo Pariante, accusati di avere partecipato all’organizzazione del duplice omicidio Montanino-Salierno del 2004.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Sono stati assolti Raffaele Abbinante, Francesco Abbinante e Vincenzo Pariante, sotto processo con l'accusa di avere partecipato all'organizzazione del duplice omicidio di Fulvio Montanino e Claudio Salierno, il delitto che segnò l'inizio della prima Faida di Scampia, la guerra di camorra tra clan Di Lauro e gli scissionisti degli Amato-Pagano che causò oltre sessanta omicidi nel giro di una manciata di mesi, tra cui anche vittime innocenti.

Le condanne per l'omicidio Montanino-Salierno

La sentenza è stata emessa giovedì, 27 novembre, dalla Corte di Assise di Appello; i tre imputati sono stati difesi dall'avvocato Claudio Davino, insieme alla collega Antonietta Genovino per Francesco Abbinante; in primo e in secondo grado erano stati condannati all'ergastolo, e, successivamente, e per due volte, la Cassazione ha rimandato gli atti a Napoli. Quindi il terzo processo, davanti alla corte di Assise di Appello, che si è concluso con l'assoluzione.

L'inizio della Faida di Scampia

Fulvio Montanino e Claudio Salierno vennero uccisi il 28 ottobre 2004. Quel delitto rappresentò il punto di rottura definitivo col clan Di Lauro: Montanino era un amico d'infanzia di Cosimo Di Lauro, considerato da lui alla stregua di un fratello. Dopo la sua morte, ha raccontato il pentito Salvatore Tamburrino, il primogenito di Paolo Di Lauro, alias "Ciruzzo il milionario", aveva deciso di rispondere con una serie di vendette trasversali, prendendo di mira i familiari degli affiliati agli altri gruppi di camorra che si erano coalizzati contro i Di Lauro. Per il duplice omicidio Montanino-Salierno sono stati condannati esponenti di vertice degli Abete e degli Amato-Pagano, all'epoca dei fatti riuniti sotto il cartello degli Scissionisti.

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