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Covid 19

Emergenza Cardarelli, l’allarme dei medici dell’Anaoo: “Trasformato in uno sversatoio Covid”

Cardarelli al collasso a causa di problemi organizzativi e dell’eccessiva pressione dei malati di Covid 19. “Dimenticatevi il polo d’eccellenza” denuncia il sindacato dei medici. Carenze organizzative, reparti chiusi e focolai interni: “Con la pandemia la struttura si è involuta”. Unica soluzione decongestionare la struttura riducendo la pressione dei pazienti positivi e tornando a garantire le cure per i malati non Covid.
A cura di Antonio Musella
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"Una struttura involuta con l'avvento della pandemia da Covid 19", è questa la caratterizzazione dell'ospedale Cardarelli di Napoli, il più grande del Sud Italia, secondo il dossier dell'Anaoo Assomed, il sindacato dei medici. Un lungo elenco di carenze e insufficienze contenuta in una lunga lettera inviata dal sindacato alla dirigenze dell'ospedale, con una serie di proposte immediate per migliorare le performance di quello che veniva dipinto come un polo d'eccellenza della sanità campana. Dai problemi legati alla carenza di personale alle carenze organizzative fino all'assenza di cure per i malati non Covid, i punti di criticità del Cardarelli sembrano aver raggiunto un punto di collasso.

Reparti chiusi e focolai :"Dimenticate il polo d'eccellenza"

A firmare la lettera dell'Anaoo è il segretario provinciale Franco Verde: "Dimenticate il Cardarelli ospedale di eccellenze, con il Covid si è avuto un'allarmante involuzione" dichiara in una nota. Dal mese di marzo 2020 l' ospedale ha subito un pericoloso smantellamento, con la soppressione di due reparti di ortopedia, la soppressione della palazzina "Alpi", l' accorpamento delle due pneumologie in un’area sub intensiva. Dall'avvio di queste operazioni si sono registrati infezioni e focolai, che hanno costretto ripetutamente temporanee chiusure di vari reparti. Il punto di maggiore criticità sembra essere da questo punto di vista il padiglione B ripetutamente chiuso sia per la presenza di percorsi non separati, sia per l’utilizzo promiscuo dei bagni di degenza tra infetti e non infetti.

"Il nostro allarme  riguarda due elementi – sottolinea Verde – la ridotta assistenza ai pazienti non Covid e la cattiva organizzazione pregressa e presente quale risposta alla pandemia. Non si può trasformare il Cardarelli in uno sversatoio Covid pericoloso per gli utenti che spesso lo contraggono in ospedale". Un quadro in cui il principale ospedale della Campania risulta essere il punto di collasso dell'intera organizzazione messa in campo per fronteggiare la pandemia. Un atto di accusa forte che si focalizza anche sull'utilizzo dei posti letto. "In regione Campania sono disponibili 3100 posti ordinari Covid – si legge nella lettera dell'Anaoo –  ed essendone occupati intorno ai 1600, risulta ovvio la necessità di occupare questi letti in maniera diversificata. È inaccettabile che il Cardarelli abbia 175 posti Covid , ovvero solo 70 in meno del Cotugno e molti di più di altri ospedali Covid".

Diversificare i ricoveri e decongestionare il Cardarelli

La direzione generale dell'ospedale, retta da Giuseppe Longo, dovrà fare fronte alla situazione di allarme che si è creata all'interno del nosocomio. Nel dossier dell'Anaoo non mancano le proposte operative per decongestionare il Cardarelli, un'operazione che sembra essere ineludibile per migliorare la capacità di cura e l'organizzazione della struttura sanitaria. "Proponiamo che il 118 trasporti i pazienti conclamati Covid direttamente nei posti predisposti a tale accoglienza utilizzando il cruscotto regionale sinora non funzionante, che gli ospedali Covid siano dotati di attrezzature radiologiche e di laboratorio che, esaltandone l’autonomia, riducano l’invio di pazienti al Cardarelli per esami radiologici super specialistici", dice Franco Verde per il sindacato.

Tra le proposte anche l'invio dei pazienti sospetti in altre strutture, riservando i posti letto disponibili al Cardarelli solo ai pazienti positivi conclamati ed accertati e contestualmente la riduzione dei posti letto messi a disposizione dell'unità di crisi per fronteggiare il Covid-19, riservando una parte solo ai pazienti risultati infetti dopo il ricovero ospedaliero. Tra gli altri aspetti anche quello legato al personale, un emergenza che ormai strutturalmente investe tutta la sanità campana e che si è manifestata in tutta la sua drammaticità durante la pandemia. "Proponiamo quindi l'assunzione a tempo indeterminato del personale Covid presente nelle graduatorie ed una diversa organizzazione  affidando la linea trauma e il codice rosso non all’ Accettazione OBI ma ad altre aree del padiglione di emergenza" conclude Verde.

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