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“È successo un bordello. Io muoio presto”: i messaggi di Emanuele Durante alla madre prima di essere ucciso

Emanuele Durante, ucciso a marzo a Napoli, sapeva di essere finito nel mirino: già mesi prima scriveva alla madre di essere convinto che sarebbe stato ammazzato.
A cura di Nico Falco
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[a sinistra Valeria Brancaccio, a destra Emanuele Durante morto a 20 anni]
[a sinistra Valeria Brancaccio, a destra Emanuele Durante morto a 20 anni]

Mentre il clan Sequino svolgeva la sua "indagine interna" per trovare il responsabile della morte di Emanuele Tufano, mentre le voci sul tradimento (senza riscontri) circolavano, Emanuele Durante, il 20enne a marzo nel centro di Napoli, probabilmente sapeva già di essere finito nel mirino. Forse si era reso conto di essere stato già individuato come l'anello più debole del gruppo, quello che poteva essere sacrificato per la vendetta interna. E lo scriveva alla madre: "Io muoio presto". Emerge anche questo dall'ordinanza eseguita oggi, 8 marzo, dai carabinieri nei confronti di due persone, ritenuti mandante ed esecutore dell'omicidio del giovane, vittima di un agguato il 15 marzo in via Santa Teresa degli Scalzi.

"Un altro poco e muoio"

I messaggi sono stati trovati dagli inquirenti nel telefono cellulare di Durante, sequestrato dopo l'omicidio. I tecnici, proprio ipotizzando un collegamento con la morte del 15enne Emanuele Tufano, avvenuta nell'ottobre precedente, hanno esaminato i dati a partire dal 24 ottobre 2024, giorno della sparatoria tra le due bande di giovanissimi, e il 15 marzo 2025, quello dell'agguato al 20enne.

Il ragazzo fa riferimento a un "bordello" non meglio specificato, a causa del quale sarebbe già finito in ospedale, e dice che lo avrebbe condotto alla morte. Il 30 dicembre 2024, parlando con la madre, scrive: "Un altro poco e muoio. Manca poco". Stesso concetto espresso pochi giorni dopo, il 4 gennaio 2025, sempre parlando con la donna. Lei le dice di essere stanca, presumibilmente per il comportamento del figlio, e lui risponde: "Non preoccuparti, un altro poco e muoio". Il 13 gennaio, Emanuele Durante ritorna sullo stesso argomento: "Mamma, io muoio presto, non dimenticarti. Tu mi vedrai che muoio, credimi. Perché manca poco".

L'omicidio di Emanuele Durante a Napoli

Due mesi dopo, il 15 marzo, l'agguato. Uno scooter con due persone a bordo si avvicina alla Smart in cui Durante è con la fidanzata, il passeggero spara. Poi, la fuga. La ragazza esce dall'auto, chiede aiuto a un passante che si mette alla guida e porta il 20enne in ospedale, ma i soccorsi si riveleranno vani. Per gli inquirenti il mandante di quell'omicidio è Salvatore Pellecchia, da poco scarcerato, cugino di Emanuele Tufano; uno degli esecutori è Alexandr Babalyan, di origini russe, detto "Alessandro il Polacco", anche lui ritenuto legato al clan Sequino; entrambi sono stati arrestati in esecuzione dell'ordinanza eseguita oggi, con destinazione carcere.

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