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Covid 19

È morto Raffaele De Iasio, il medico del carcere di Secondigliano: era ricoverato per Covid

È morto Raffaele De Iasio, responsabile sanitario del carcere di Secondigliano. Aveva 61 anni, era sposato e aveva due figli. De Iasio era ricoverato da giorni al reparto Covid dell’ospedale Cardarelli di Napoli. Lo ricorda Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Campania: “Era una persona schiva e riservata, fino all’ultimo ad operarsi per i carcerati. La sua testimonianza per tutti gli operatori sanitari e penitenziari è di monito per tutti”
A cura di Redazione Napoli
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Il mondo degli specialisti medici ambulatoriali piange un'altra vittima del Covid in Campania: è morto Raffaele De Iasio, responsabile sanitario del carcere di Secondigliano. Aveva 61 anni, era sposato e aveva due figli. De Iasio era ricoverato da giorni al reparto Covid dell'ospedale Cardarelli di Napoli. Lo ricorda Samuele Ciambriello, garante regionale dei detenuti.  "Era una persona schiva e riservata, fino all'ultimo ad operarsi per i carcerati. La sua testimonianza per tutti gli operatori sanitari e penitenziari è di monito per tutti. Non trovo le parole adatte per ricordarlo, non ho parole per chi ancora continua a non prendere sul serio la pandemia nelle carceri. Solo un senso di vuoto, un senso di colpa".

La morte del medico del carcere di Secondigliano va aggiungersi alle numerose vittime da Coronavirus in ambito medico. Ne parla  Gabriele Peperoni, vicepresidente nazionale del Sumai, Sindacato unico di medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell'Area Sanitaria: "Tre morti in meno di un mese, Napoli piange gli specialisti ambulatoriali.  Onoriamo i nostri caduti restando in prima linea, ma troppo spesso mancano i Dispositivi di protezione individuale.  Queste morti sono – dice il responsabile del sodalizio di categoria –  la dimostrazione, qualora ve ne fosse ancora bisogno, che ci troviamo al cospetto di un nemico che non guarda in faccia a nessuno, che sta colpendo tutte le categorie mediche e sanitarie indistintamente e subdolamente. Donne e uomini che nonostante il pericolo continuano a svolgere il proprio dovere, la propria professione, la propria missione".

Il sindacato della Polizia Penitenziaria Uspp con una nota esprime il cordoglio per la morte del dirigente sanitario

La morte del compianto dottore è avvenuta nelle prime ore della mattinata, dopo alcuni giorni di degenza in ospedale, pur avendo i medici fatto di tutto per salvarlo. Gli siamo grati, perché lo ricordiamo sempre vicino al personale, tanto da essere riconosciuto da tutti come un uomo sempre disponibile e a supporto degli altri. Ai familiari il nostro cordoglio e la nostra vicinanza. Purtroppo, la morte del Dirigente Sanitario, di per sé drammatica, cade in un momento non facile per il mondo penitenziario. Siamo vicini al personale di polizia Penitenziaria e a tutti gli operatori penitenziari, compreso il nostro Provveditore, che in questi giorni stanno lottando la loro battaglia per sconfiggere il virus.

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