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Dossier nero sul Cardarelli, i sindacati dei medici contro De Luca: “Situazione gravissima”

Un libro nero sull’ospedale più grande del Sud Italia. “De Luca non può dire che abbiamo la migliore sanità del mondo, il suo disegno è costruire un ospedale altrove”. Ritardi nelle visite, contratti non rispettati, disorganizzazione e mancanza di personale nella denuncia dei sindacati.
A cura di Antonio Musella
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Ben dieci sigle sindacali hanno redatto un dossier sui disservizi dell'ospedale "Cardarelli" mostrando una fotografia del più grande ospedale del Sud Italia in tutta la sua drammaticità. Disorganizzazione, attese per i pazienti, fuga del personale, carenza di organico, ritardo nelle diagnosi per la sospensione delle visite in elezione, una situazione drammatica che sta portando al collasso l'ospedale principale della città di Napoli. In una conferenza stampa Anaoo, Cgil, Cisl, Uil, Fesmed, Aaroi emac, Fassid, Fvm, Cimo e Anpo hanno attaccato duramente la direzione dell'ospedale, tenuta da Giuseppe Longo, e il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.

"Sospensione delle visite per i malati non Covid gravissima"

Durante la conferenza stampa tenutasi alla sede di Anaoo Assomed, i dieci sindacati hanno spiegato i punti salienti del "dossier Cardarelli". Il diritto alle cure innanzitutto: "Tutti quei pazienti non Covid, che hanno visto in questi due anni ritardi per gli esami, le diagnosi, le terapie, quanti di questi oggi si avviano a patologie gravi? E quanti di questi vanno incontro addirittura a neoplasie?" ha spiegato Franco Verde segretario provinciale di Anaoo Assomed.  A più riprese in questi due anni di pandemia il Cardarelli, come gli altri ospedali campani, ha sospeso le visite in elezione per i malati non Covid, una misura necessaria per aumentare i posti letto Covid e garantire la separazione dei percorsi tra positivi e negativi.

Una situazione che però pesa molto sul Cardarelli, che serve in maniera multidisciplinare tutta l'area metropolitana di Napoli, la terza più grande d'Italia. "Longo deve liberare i posti letto Covid, la pandemia sta scemando, i positivi devono andare altrove, negli altri ospedali – sottolinea Verde – ma De Luca ha un disegno, aprire un altro ospedale altrove, prima ha chiuso l'Ascalesi, l'Annunziata, il San Gennaro, l'ospedale del Mare è in difficoltà e tutto grava sul Cardarelli. A De Luca questo manca, la visione politica della sanità campana, a voglia a dire ogni venerdì che abbiamo la migliore sanità al mondo". I dieci sindacati puntano il dito anche sull'assenza di programmazione del Cardarelli. Manca l'atto aziendale: "È quel documento che ci permette di sapere la programmazione dell'ospedale e quindi cosa si farà nei prossimi anni, in modo che ognuno sa qual è il suo futuro – spiega il sindacalista – quei medici che erano candidabili al Nobel, al Cardarelli sono trattati malissimo, abbiamo contratti di lavoro sottoscritti a livello nazionale e locale che non vengono rispettati".

Fuga dal pronto soccorso: "I tempi di attesa ricovero sono drammatici"

Il caos organizzativo che sottopone i medici e il personale sanitario a turni massacranti e ad una gestione difficilissima dei pazienti, sta portando ad una vera e propria fuga dal pronto soccorso. "I giovani medici si scelgono un altro lavoro" spiega Giuseppe Visione, della Cgil Medici, che lavora proprio al pronto soccorso del Cardarelli. "La crisi pandemica ha solo amplificato all'ennesima potenza le storture ma non le ha create, vengono da lontano, c'erano già" sottolinea Visone. Il punto denunciato dai dieci sindacati dei medici riguarda i tempi di attesa per il ricovero, ovvero il tempo che i pazienti arrivati in pronto soccorso e che necessitano di ricovero in reparto, impiegano ad essere trasportati nelle altre aree dell'ospedale.

La dilatazione a dismisura di questi tempi ingolfa in maniera impressionante il pronto soccorso e crea quella commistione tra pazienti positivi e pazienti negativi che trasforma il Cardarelli come altri ospedali in un pabulum di contagio dal Covid 19. "I tempi di attesa mandano nel caos il pronto soccorso ed è questo quello che ha portato alla fuga dei medici, che chiedono di andare via perché sottoposti a pressioni e carichi di lavori enormi" sottolinea la Cgil. Tra il 2019 e il 2022 i medici tra pronto soccorso e Obi al Cardarelli sono passati da 46 a 25, praticamente dimezzati. A questo si aggiunge la mancata retribuzione delle ore extra lavorative, ben 1196 ore non retribuite tra il 2020 e il 2021, 340 notti e 118 turni festivi. Criticità che si concatenano e che portano ad un quadro assolutamente drammatico per quello che è l'ospedale più importante della città.

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