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L'omicidio di Aldo Gioia ad Avellino

Delitto di Avellino: i due fidanzati non rispondono al gip, arresti convalidati

Il gip di Avellino ha convalidato gli arresti di Elena Gioia e Giovanni Limata, i due fidanzati accusati dell’omicidio di Aldo Gioia, padre di lei. I due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante l’udienza di convalida. Il ragazzo, rintracciato dalla Squadra Mobile di Avellino, aveva confessato il delitto dicendo che era stato pianificato dalla 18enne e che nei piani c’era l’uccisione anche della moglie e dell’altra figlia.
A cura di Nico Falco
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Aldo Gioia, la vittima, e la figlia Elena e il fidanzato Giovanni
Aldo Gioia, la vittima, e la figlia Elena e il fidanzato Giovanni
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Sono stati convalidati gli arresti di Giovanni Limata, 23 anni, ed Elena Gioia, 18 anni, accusati dell'omicidio del 53enne Aldo Gioia, padre della ragazza, che sarebbe stato ucciso perché si opponeva alla loro relazione. I due giovani sono reclusi nel carcere di Avellino, questa mattina si è tenuta l'udienza di convalida davanti al gip; entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere nonostante Limata, bloccato poche ore dopo l'omicidio nella casa dei genitori a Cervinara, avrebbe confessato l'omicidio e detto che ad organizzare tutto sarebbe stata la fidanzata. L'autopsia sul corpo del 53enne verrà eseguita oggi nell'ospedale di Avellino.

Elena Gioia è assistita dall'avvocato Giovanni Cerino (per l'udienza di stamattina è stata seguita dall'avvocato Umberto Ferrajuolo, fratello della madre), mentre Giovanni Limata da Mario Villani; inizialmente erano stati indicati come legali Innocenzo Massaro per lei e Mario Picca per lui, ma entrambi i legali hanno rinunciato all'incarico. La scelta del silenzio davanti al gip di Avellino Paolo Cassano è stata "tecnica", per consentire agli avvocati, che hanno ricevuto l'incarico soltanto stamattina, di acquisire ed esaminare gli atti in possesso dei magistrati. In Tribunale stamattina c'erano la madre della ragazza, Liana, e i fratelli di Aldo Gioia, ma non era presente nessun componente della famiglia Limata.

L'indagine è coordinata dal sostituto procuratore Vincenzo Russo. I due fidanzati sono accusati di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, per Elena Gioia c'è anche l'ulteriore aggravante dello stretto legale di parentela. Dopo l'udienza il 22enne e la 18enne sono stati riaccompagnati nel carcere di Avellino dalla Polizia Penitenziaria.  Ora si attende l'ordinanza di custodia cautelare per entrambi, che potrebbe venire emessa dal gip nel pomeriggio. Secondo la ricostruzione venerdì scorso Limata è entrato nella casa della fidanzata mentre lei era uscita di casa con un pretesto e ha colpito il 53enne con sette fendenti, usando un coltello da caccia; il piano, ha spiegato successivamente agli agenti della Squadra Mobile, era stato organizzato dalla fidanzata ed era di sterminare l'intera famiglia, uccidendo anche la moglie della vittima e l'altra figlia, ma le urla di Aldo Gioia lo avrebbero costretto a fuggire. Inizialmente Elena Gioia aveva parlato di una irruzione da parte di ladri.

Il sindaco di Cervinara: "Paese sotto choc, due famiglie distrutte"

Giovanni Limata è stato rintracciato a Cervinara, in provincia di Avellino, nella casa dove abitano il padre e il fratello. "La notizia di questo delitto efferato ci ha lasciato tutti esterrefatti – ha detto il sindaco di Cervinara, Caterina Lengua – la nostra comunità è attonita e profondamente addolorata per questa vicenda. Siamo lontani da ogni giudizio e aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso. Intanto vogliamo esprimere la nostra vicinanza alle due famiglie coinvolte in questa tragedia. Due famiglie sono distrutte e soprattutto questa vicenda ci richiama tutti ad un maggiore senso di appartenenza e solidarietà alle nostre comunità. Tutta la società civile è chiamata in causa per attuare una alleanza civile e sociale, che coinvolga ogni istituzione. Ora serve solo rispettoso silenzio, per poi procedere con azioni civili e sociali utili per arginare questo disagio giovanile crescente".

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