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De Luca e il terzo mandato alla Regione Campania: trattativa in corso per garantirgli la ricandidatura

De Luca attacca Schlein e la segreteria nazionale Pd. E intanto tratterebbe con i consiglieri regionali Dem la modifica della legge elettorale. Chiesta la possibilità di candidatura dei sindaci senza doversi dimettere.
A cura di Antonio Musella
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Alla Festa dell'Unità di Napoli, che si è tenuta la scorsa settimana alle Terme di Agnano, Vincenzo De Luca, come spesso avviene, ha rubato la scena a tutti. "Se avessimo tanti voti quanti maleducati sono passati da questa festa, saremmo il primo partito d'Europa" ha esordito De Luca nel suo intervento di domenica 1 ottobre.

Il riferimento è a quei "nuovi dirigenti che credono che l'educazione sia un'optional", ha detto il Presidente della Regione Campania, attaccando frontalmente l'area di Elly Schlein che dapprima è uscita vincitrice dalle primarie nazionali, e subito dopo ha deciso il commissariamento della federazione della Campania e di quella di Caserta. A dare impulso alla decisione della nuova segreteria nazionale, anche l'inchiesta di Fanpage.it sui "Signori delle tessere" che ha mostrato come gli esponenti istituzionali legati politicamente a De Luca abbiano messo in campo mezzi non proprio trasparenti durante la fase congressuale del partito e durante le elezioni primarie.

Ma mentre il governatore alza i toni contro Elly Schlein e la segreteria nazionale, in cui siedono anche i napoletani Marco Sarracino e Sandro Ruotolo, dall'altro sembrano ben avviate le trattative per portare alla modifica della legge elettorale della Campania per consentire a De Luca una ricandidatura per correre per il terzo mandato.

La bozza di accordo con i consiglieri regionali

"Chi dovrebbe decidere il destino della Campania? Qualche imbecille che sta a Roma e non ha nemmeno il voto della madre?" ha detto De Luca durante la festa del Pd. Un attacco frontale e dai toni che rasentano l'offesa, e sebbene non faccia nomi il riferimento alla segreteria Schlein e del suo gruppo dirigente è arrivato forte e chiaro.

Al momento, per il nuovo corso del Pd sembra non esserci alcuni spazio per una ricandidatura di De Luca ad un terzo mandato. Tuttavia, forte del sostegno dei "signori delle tessere" il presidente della Regione Campania sta facendo di tutto per giocarsi la riconferma, mettendo nel conto di farlo anche in proprio. Per modificare la legge elettorale serve l'assenso dei consiglieri regionali, ed è proprio da lì che si muovono le trame di De Luca.

A quanto apprende Fanpage.it l'interlocutore con cui è stata avviata la trattativa sarebbe il consigliere regionale Massimiliano Manfredi, fratello del sindaco di Napoli, Gaetano. Dietro lui, i pezzi grossi del Pd in consiglio regionale: il consigliere Mario Casillo e la consigliera Bruna Fiola, figlia del potente (rieletto) presidente della Camera di Commercio di Napoli, Ciro Fiola. La bozza che circola prevede la possibilità per il presidente uscente di concorrere per il terzo mandato, ma anche due modifiche importanti alla legge elettorale.

La prima è che possano candidarsi alle elezioni regionali, per tutte le cariche (presidente e consigliere) anche i sindaci dei comuni superiori a 15 mila abitanti senza doversi dimettere dalla carica sei mesi prima. Una modifica importante che consentirebbe a molti primi cittadini, soprattutto della provincia di Napoli, di poter fare campagna elettorale per il consiglio regionale mantenendo ancora il ruolo, magari politicamente inopportuno, di fascia tricolore nel proprio Comune.

Circostanza che varrebbe chiaramente anche per i sindaci della provincia di Salerno e di Caserta dove le fila deluchiana sembrano comunque ancora in buona salute. La seconda modifica richiesta, da parte dei consiglieri regionali Dem, riguarderebbe la possibilità che i consiglieri regionali eletti possano essere nominati assessori. Anche questa una circostanza, che al momento viene preclusa dall'attuale legge elettorale della Regione Campania, se modificata, darebbe un potere non indifferente ai consiglieri regionali per reclamare un posto in giunta accanto al futuro presidente della Regione Campania.

Sì al terzo mandato ma senza vincolo di sostegno

Le trattativa tra De Luca e il suo entourage e i consiglieri regionali del Pd della Campania andrebbe avanti da diverse settimane, tra bozze di nuova legge elettorale e incontri politici per garantire le richieste di tutti. Il tutto mentre dalla segreteria nazionale le sortite del Presidente della Regione Campania non fanno altro che chiudere sempre di più ogni possibilità di mediazione, convincendo la Schlein e il suo entourage, che è sempre più urgente cambiare aria in Campania per il Partito. Uno scontro durissimo quindi in cui in mezzo ci finiscono proprio i consiglieri regionali Pd.

Se da un lato sono stati individuati da De Luca come i "pontieri" per arrivare ad una modifica della legge elettorale regionale, dall'altra non possono dimenticarsi di essere pur sempre degli iscritti e degli eletti del Partito Democratico. E se da un lato si dicono disponibili al dialogo con De Luca, dall'altro provano comunque a non chiudersi le porte. Da quanto apprende Fanpage.it infatti la proposta di accordo trattata tra De Luca e Massimiliano Manfredi, avrebbe valore solo rispetto alla modifica della legge regionale, e non presupporrebbe un appoggio degli attuali consiglieri Dem a De Luca per la campagna elettorale.

Insomma da un lato l'accordo per favorire il presidente della Regione Campania, dall'altra la possibilità di correre sempre tra le fila del Partito Democratico, in modo da lasciarsi alternative ad una coalizione deluchiana che ad oggi vedrebbe solo liste civiche e un dialogo aperto con Italia Viva e Azione. Le conferme sulla trattativa in corso arrivano anche da altri pezzi della coalizione di centro sinistra che proprio sul post De Luca potrebbe ricompattarsi, attraverso un candidato unitario che metta d'accordo Pd, Movimento 5 Stelle e l'alleanza Verdi – Sinistra. Se questo scenario dovesse concretizzarsi, sarebbe dunque possibile la presenza di almeno tre coalizioni per le prossime elezioni regionali.

Una è quella del centrodestra unito, che da tempo ha nel ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano il suo candidato.  Poi la colazione di De Luca, con qualche pezzettino di centro sinistra, ed infine il centro sinistra "classico" con Pd-M5S e Avs.

In questo scenario non viene difficile pensare a quella norma da modificare chiesta dai consiglieri regionali che permetterebbe ai Sindaci di candidarsi alle elezioni senza doversi dimettere. Una circostanza che risulterebbe comoda anche all'attuale primo cittadino di Napoli, Gaetano Manfredi, fratello di Massimiliano, che già al Comune di Napoli ha ricompattato il centro sinistra classico.

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