
Rita De Crescenzo e Angelo Napolitano nel 2025 come Umberto Bossi nel lontano 1987? C'è una striscia di evidenti similitudini che unisce questi due mondi distanti e inconciliabili, un denominatore comune tra i primi passi compiuti dal fondatore di quella Lega che al tempo era solo Lombarda, molto diversa da quella odierna completamente salvinizzata, e quelli che si accingono a fare almeno a parole, i due tiktoker più divisivi e coinvolgenti della social piazza partenopea. In un video pubblicato domenica pomeriggio, postato per la verità solo dall'account TikTok della De Crescenzo, i due creator hanno detto di essere pronti a fare il grande salto, a sbarcare in politica e anche a candidarsi. Come dire, un attimo prima li troveremo al decantare in un reel televisori e frigoriferi o a cantare a qualche festa di compleanno e un attimo dopo a fare comizi o interventi in qualche aula istituzionale.
“Mo’ trasimm’ ‘int’ ‘a politica – annuncia solenne Angelo, venditore di elettrodomestici, conosciuto per il suo "Napolitano Store" che ha in testa una bandana fiocchettata e sugli occhi un paio di Icon che gli avvalgono completamente il viso – mo’ ci candidiamo – aggiunge e chiarisce subito Rita -, mi porto pure a lui a candidare, vogliamo fare una cosa bella per il popolo, amma arruvutà per il popolo. Pecchè amma piglià gente che nun ann’mai vutat’ e ‘i vulimm purtà a vutà, e ‘i vulimm pure fa capì cosa vuol dire votare e a chi mettere i voti. Io – precisa Napolitano per evitare possibili equivoci con la sua collega – aggia addiventà ‘o sindaco ‘e Napoli, io addivent’ ‘a ministra ru Turismo – aggiunge senza freni De Crescenzo.
Le elezioni regionali in Campania, potrebbero essere il banco di prova di questa nuova sfida, il test elettorale per capire quanto la bacheca social può essere il mezzo per contrastare l’astensionismo, per scardinare e travolgere i vecchi meccanismi di raccolta del consenso, per mandare in soffitta i capibastone, portatori da una parte all’altra dei pacchetti di voto. Ma, potrebbe anche essere l’occasione che ci consente di misura empiricamente l’effettiva forza e capacità dell’audience social di convertire i follower in elettori.
Di spostare dal feed all’urna l’attenzione e l’interazione digitale: non solo mettere un like o commentare, ma andare in cabina e scrivere la preferenza. In ogni caso, per ritornare al nostro iniziale parallelismo storico-politico, perché nei mesi scorsi di annunci di possibili candidature De Crescenzo ne ha fatti anche altri, sono stati accolti e trattati dalla maggiore parte degli osservatori con scetticismo e fastidio, come una intrusione indebita e inopportuna.
Insomma, questi comportamenti ricordano tanto quelli gli stessi adottati dalla stampa e dalle classi dirigente del tempo in occasione delle prime uscite anti-sistemiche di Umberto Bossi. Anche per lui c’erano tanta diffidenza e sottovalutazione e poi tutti sappiamo come è andata fine. Nelle elezioni politiche del 1987, la lista della Lega Lombarda ottenne in Lombardia il 2,56%, riuscendo così a eleggere a Palazzo Madama un solo senatore. Fu così che il senatur Bossi sbarcò per la prima volta a Roma. Adesso, i due tiktoker sembrano più che altro prendersi in giro e prendere in giro chi sembra preoccupato di un loro impegno, però, ricordando la parabola leghista, vale la pena non prendere sottogamba la possibilità che la cosa diventi realtà.
