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Covid, protesta il settore del wedding a Napoli: “Fateci tornare a lavorare”

Protestano davanti al palazzo della Regione di via Santa Lucia gli addetti al settore del wedding ed eventi. “Fateci tornare a lavorare”, ha spiegato Alessandra Petillo capodelegazione di Federmep. E chiedono anche l’accelerazione nel pagamento dei ristori da parte delle istituzioni ed un ampliamento del fondo a sostegno delle imprese del settore.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Protesta il settore del wedding in Campania: questa mattina, davanti a Palazzo Santa Lucia sede della Regione, si sono radunati i professionisti del settore matrimoni ed eventi privati, che attendono di sapere quando potranno tornare a lavorare. Si tratta di un comparto che copre svariati settori, tutti legati agli eventi privati: matrimoni, comunioni, feste, e via dicendo. Tutte fermate per la pandemia e che ora attendono di sapere quando potranno tornare a lavorare a pieno regime.

Ad organizzare la manifestazione, che si è tenuta in contemporanea in altri undici capoluoghi di regione in tutta Italia, è stata la Confederazione che riunisce le associazioni di categoria del settore Matromoni ed Eventi, assieme alla Filiera Eventi Uniti e Insieme per il Wedding. Tra le richieste della categoria, oltre alla ripartenza immediata di matrimoni ed eventi, anche l'accelerazione nel pagamento dei ristori da parte delle istituzioni ed un ampliamento del fondo a sostegno delle imprese del settore. "Il governo ha indicato date per ogni tipo di attività, ma non per i matrimoni e gli eventi privati. Una decisione incomprensibile", ha spiegato spiega Alessandra Petillo capodelegazione di Federmep, "e che rischia di bruciare anche la stagione estiva, dopo 14 mesi di inattività. Tanto più incomprensibile perché non è stato preso in considerazione il protocollo per la ripartenza che abbiamo consegnato alla Conferenza delle Regioni. Siamo professionisti responsabili, attenti ad ogni dettaglio", ha aggiunto ancora la Petillo, "compresa la sicurezza per i nostri clienti. Dopo oltre un anno di inattività chiediamo una cosa straordinaria: ricominciare a lavorare".

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