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Covid 19

Covid: a dicembre Campania in zona rossa o arancione se continua così. De Luca prepara nuove ordinanze

L’attuale situazione della Campania sul fronte Coronavirus va ben oltre l’area gialla con ‘rischio moderato’. Al tempo stesso gli enormi ritardi con cui i dati regionali affluiscono a Roma, questione sollevata già nelle scorse settimane, non hanno consentito una disamina accurata della situazione. L’ipotesi è che entro dicembre potrebbe scattare la zona arancione o rossa se continua così coi contagi.
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In un mese – ma forse anche prima – la Campania potrà entrare per direttissima nella zona arancione o peggio ancora, nella zona rossa di criticità Covid, con conseguenti limitazioni alla circolazione delle persone e all'apertura degli esercizi commerciali. Dunque se continua così la progressione dei contagi Sars-Cov2, se l'Rt, l'indice di contagio, continua ad aumentare (è al di sopra di 1, già oggi) rischiamo di fare Natale in lockdown.  È tutto nero su bianco, nel documento diffuso dall'Istituto superiore di Sanità» (il titolo contorto è "In monitoraggio del rischio definito il 30 ottobre, gli scenari di trasmissibilità e la priorizzazione di intervento nazionale") per spiegare la ratio della classificazione delle regioni italiane in rosse, arancioni e gialle.

Dall'analisi delle 52 pagine diffuse oggi emerge chiaramente che la situazione della Campania va ben oltre l'area gialla con  «rischio moderato» ma che al tempo stesso gli enormi ritardi con cui i dati regionali affluiscono a Roma, questione sollevata già nelle scorse settimane,  non hanno consentito una disamina accurata della situazione. Oggi Gianni Rezza (ministero Sanità) ha spiegato che in Campania ci sono tanti contagi ma la trasmissione del virus è limitata. Però questo sulla base dei dati che ha. E se invece lo scenario fosse ben più grave?

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Negli indicatori di risultato relativi alla tenuta dei servizi sanitari regione per regione sulla Campania, classificata «moderata con probabilità alta di progressione» viene raccontato chiaramente lo stato dell'arte dal lato delle autorità sanitarie nazionali. Una radiografia che tiene conto – ricordiamolo sempre – dei numeri forniti dalla Regione Campania che a sua volta viene notiziato dalle Aziende sanitarie locali e dalle Aziende ospedaliere.

Casi in aumento in entrambi i flussi. È stato rilevato un forte ritardo di notifica nei casi del flusso Iss che potrebbe rendere la valutazione di questi indicatori meno affidabile. Rt sopra 1 in tutto l'intervallo di credibilità al 95%. In aumento il numero di focolai attivi e di casi fuori catene di trasmissione. In aumento i tassi di occupazione in terapia intensiva (+4%) e di aree mediche (+8%). La probabilità di raggiungere le soglie critiche in terapia intensiva nei prossimi giorni è maggiore del 50%. La probabilità di progressione potrebbe essere sottostimata per incompletezza nel numero di casi ospedalizzati rispostati (cioè comunicati ndr.) al sistema di sorveglianza integrato.

Alla domanda «ritenete che la trasmissione del virus in Campania non sia più gestibile in modo efficace con le misure locali (ovvero le zone rosse)?» la Campania per bocca del governatore Vincenzo De Luca ha risposto no.

Significa dal punto di vista politico che il presidente dell'ente regionale potrà (già ne ha facoltà) di continuare a decidere zone rosse sui territori di sua competenza (a rischio ci sono la zona Nord di Napoli e il Casertano, dove si registrano migliaia di contagi). Le scuole resteranno chiuse e a quanto apprende Fanpage.it De Luca potrebbe – ma non è certo, l'ipotesi è allo studio – imporre quarantena per chi viene dalle zone rosse.

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