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Coronavirus, scuole chiuse in Campania: ancora proteste di mamme e bambini davanti alla Regione

Seconda giornata di proteste da parte di genitori e studenti davanti Palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania, contro la decisione di Vincenzo De Luca di chiudere le scuole fino a fine ottobre. Ieri sera intanto riaperti asili e asini nidi, mentre il Tar deciderà lunedì se rigettare l’ordinanza.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La protesta delle madri davanti alla Regione Campania per la chiusura delle scuole, oggi 17 ottobre. [Foto / Fanpage.it]
La protesta delle madri davanti alla Regione Campania per la chiusura delle scuole, oggi 17 ottobre. [Foto / Fanpage.it]
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Tornano in strada i genitori di Napoli per protestare contro la chiusura delle scuole sancita da Vincenzo De Luca. Ed è proprio davanti alla sede della Regione di Palazzo Santa Lucia che si sono dati nuovamente appuntamento padri e madri assieme ai figli per protestare contro quella che viene definita una "pagliacciata" da parte del presidente regionale, che nei giorni scorsi ha decretato la chiusura delle scuole primarie e secondarie fino al 30 ottobre come misura anti-contagio per il coronavirus.

Una decisione che, presa con apposita ordinanza appena giovedì sera, ha visto fare un parziale dietrofront già 24 ore dopo, con la decisione giunta un po' a sorpresa in serata di riaprire almeno asili nidi ed asili. Il tutto senza contare che si attende l'esito di un ricorso al TAR che, questa mattina, ha deciso di rinviarla: i giudici hanno infatti deciso di attendere lunedì per prendere una decisione, chiedendo tuttavia alla Regione Campania di fornire i documenti della Task Force che vengono citati nell'ordinanza stessa e che sarebbero stati fondamentali per prendere la decisione della serrata: il termine ultimo per presentare i documenti è per le 10 di lunedì 19 ottobre. Non è escluso, insomma, che l'ordinanza possa essere considerata illegittima e dunque revocata già dall'inizio della prossima settimana. Nella giornata di ieri erano iniziate le proteste dei genitori, che ne chiedevano l'immediata cancellazione: assieme a loro anche autisti di scuolabus e tutti coloro che in qualche modo sono collegati al mondo della scuola "in presenza". L'ordinanza infatti aveva re-introdotto la didattica a distanza per gli studenti interessati, fino al 30 ottobre.

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