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Chiuso Burger King alla Stazione Centrale, oggi l’ultimo giorno: “Buttati fuori dopo 28 anni di sacrifici”

Chiuso Burger King alla Stazione Centrale di Napoli, oggi l’ultimo giorno dopo 28 anni. I lavoratori in assemblea permanente. Borrelli (Avs): “Indaghi la Procura”
A cura di Pierluigi Frattasi
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Chiuso il ristorante fast-food Burger King alla Stazione Centrale di Napoli. Oggi, domenica 12 ottobre, l'ultimo giorno di servizio. "Buttati fuori dopo 28 anni di lavoro e sacrifici", raccontano con amarezza i 30 dipendenti che si sono riuniti all'interno in assemblea permanente. Il parlamentare Francesco Emilio Borrelli (Alleanza Verdi-Sinistra) invoca l'intervento della Procura della Repubblica: "Si indaghi sui motivi della chiusura. Qui tante persone hanno lavorato duramente per stipendi da fame, attorno ai mille euro al mese". Al tavolo in Prefettura, aperto venerdì scorso, Grandi Stazioni, proprietaria dei locali, non si è presentata.

Borrelli ha fatto visita ai lavoratori in presidio all'interno della struttura. L'avviso di chiusura del ristorante, secondo i dipendenti, sarebbe arrivato solo martedì scorso. In pratica appena 6 giorni prima di chiudere i battenti. I locali torneranno a Grandi Stazioni, che avrebbe anticipato la risoluzione del contratto alla società che gestisce il franchising del noto marchio di hamburger americano che sarebbe scaduto nel 2028.

Borrelli (Avs): "Porteremo il caso in parlamento"

"Porterò in Parlamento questa vicenda – ha detto Borrelli – affinché venga subito revocata questa decisione presa senza preavviso adeguato e si apra un tavolo per verificare la presenza di altri spazi dove collocare questo esercizio commerciale. Grandi Stazioni ha deciso di anticipare la chiusura del contratto di affitto con i titolari del locale e l'anomalia è che i locatari erano entrati solo da pochi mesi nella gestione del Burger King e non hanno battuto ciglio di fronte alla richiesta dei proprietari dei locali. E proprio Grandi Stazioni ha disertato l'incontro convocato dal Prefetto Di Bari per cercare una soluzione al dramma occupazionale di trenta famiglie. Non accetteremo soluzioni alternative in altre città per il personale impiegato. Resteremo vicino a queste famiglie e a queste persone che difendono a denti stretti stipendi di poco più di mille euro mensili. Parliamo di sopravvivenza, e vogliono togliergli anche questa".

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