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Chiude una rianimazione Covid del Cotugno. Riconvertita per altre patologie

Riconvertita una delle rianimazioni del Cotugno, ospedale simbolo della lotta al Covid in Campania. A confermarlo a Fanpage.it è il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, di cui il Cotugno fa parte insieme a Monaldi e Cto, Maurizio Di Mauro. «Dobbiamo puntare molto sul fatto che dobbiamo recuperare pazienti che fino a oggi hanno avuto molte difficoltà ad avere accesso agli ospedali a causa del Covid».
A cura di Gaia Martignetti
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Il Cotugno chiude una delle terapie intensive Covid, riconvertendola per pazienti affetti da altre malattie infettive. Dopo la prima e la terza divisione, sono stati riconverti una terapia intensiva e un reparto di ricoveri ordinari. «Il Cotugno si riconverte per le patologie infettive, spiega il D.G. Maurizio Di Mauro a Fanpage.it, cerchiamo di tornare a una situazione normale, ricoverando anche altre patologie. Dobbiamo puntare molto sul fatto che dobbiamo recuperare pazienti che fino a oggi hanno avuto molte difficoltà ad avere accesso agli ospedali a causa del Covid. Non bisogna però abbassare la guardia, avremo sempre dei posti disponibili qualora ci dovesse essere un'impennata per il Covid. Ringrazio tutti i miei medici, i miei infermieri, tutto il personale del Cotugno e dell'Azienda Ospedaliera dei Colli per l'impegno e la professionalità che hanno dimostrato e continuano a dimostrare».

Da qualche settimana anche il Monaldi, che insieme al Cotugno e al Cto fa parte dell'Azienda Ospedaliera dei Colli, è Covid free. Il Cotugno è l'ospedale simbolo della lotta al Covid in Campania. Un risultato impensabile qualche mese fa, quello di poter accogliere nuovamente altre patologie. Oggi, grazie probabilmente anche alla campagna vaccinale, gli ospedali iniziano a respirare. Il bollettino dei contagi, diffuso dall'Unità di Crisi della Regione Campania, oggi registra 199 contagi. Un dato che non deve tuttavia far abbassare la guardia, come ricorda anche il direttore del Cotugno. Per non sprecare il lavoro non solo di medici, infermieri e personale sanitario, ma di tutti noi.

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