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Chi è ‘l’assistito’, l’uomo che regala i numeri vincenti al Lotto in Così parlò Bellavista

Nel film di Luciano De Crescenzo è il mitico ‘Don Gaetano’. Ma l’assistito è una figura legata al gioco del Lotto la cui presenza in città affonda nel sue radici fino alla fine dell’Ottocento, come testimonia il libro di Matilde Serao “Il ventre di Napoli”.
A cura di Cir. Pel.
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In Così parlò Bellavista era il mitico don Gaetano, l'uomo sfregiato da un guappo che «pe' fforza vuleva ‘e nummere». È ‘l'assistito' una figura al limite tra la leggenda, il paranormale e il ciarlatano. Si tratta di un uomo ritenuto capace di ottenere dai defunti, in sogno o in visioni mistiche i numeri vincenti da giocare al Lotto. Non sempre i numeri secchi ma a volte veri e propri racconti da interpretare secondo la Smorfia, il testo che traduce uomini, fatti e circostanze in numeri da 1 a 90. Scrive Matilde Serao, la fondatrice del quotidiano Il Mattino, mirabile scrittrice napoletana nel suo capolavoro "Il Ventre di Napoli":

«Talvolta i giuocatori delusi bastonano l'assistito, poi gli chiedono perdono. Anche i monaci hanno le visioni. Ve n'era uno famoso, a Marano presso Napoli: vi andava la gente in pellegrinaggio. Un altro giovane, era al convento di San Martino: anche famoso. Talvolta i giuocatori sequestrano il monaco, lo battono, lo torturano. Uno ne morì. Prima di spirare, pronunziò dei numeri: li giuocarono, uscirono, mezza Napoli vinse al lotto, poiché un giornale aveva riportati questi numeri».

Si trattava di personaggi strani e con comportamenti tutti da interpretare. Luciano De Crescenzo nel suo delizioso "Così parlò Bellavista" realizzò una scena ricordata da molti napoletani, quella con Benedetto Casillo, uno dei portieri del suo stabile e la figlia del professor Bellavista, Patrizia, che vanno dall'assistito per chiedere numeri e così saldare i conti per la cessione di un negozio. Don Gaetano «va in trance» e racconta questo episodio

«Era la festa della Madonna e tutti i santi le volevano portare un regalo… Santa Lucia l'ha portata 40 salsicce, San Rocco una bottiglia di spumante. San Pasquale e Sant'Antonio le volevano comprare una bella lampadina, ca maronn s'allamentava ca ‘mparavise s'erano fulminate tutte ‘e lampadine e la sera non poteva leggere! Quando, ad un tratto, arriva San Giuann, e allora Sant Antonio s'avota, si gira, e dopo aver preso sotto il braccio a San Pasquale dice: ‘Pasca' nun ce facimm vere', chillo San Giuanne è nu poc ‘mmeriuso (invidioso ndr.) si s'accorge c'avimm accattata na lampadina ‘a maronna sai che fa? Ce n'accatt ddoie e nuie rimane facimme na figur ‘e merda!' ».

In quel caso però i numeri vincenti al Lotto giocati, ovvero 79 (la lampadina), 24 San Giovanni e 30 Sant'Antonio e San Pasquale sotto al braccio non furono un terno vincente. Quando scatta la protesta, l'assistito del film di Luciano De Crescenzo spiega serafico che Sant'Antonio e San Pasquale insieme fanno 48 non 30. Perché Sant'Antonio che fa 13 prima di mettersi sotto il braccio di San Pasquale si è girato ed è diventato 31. E dunque 31 più il 17 di San Pasquale risulta 48.

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