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Covid 19

Centro Commerciale Campania, il tribunale: “Ristorante chiuso durante Covid non pagherà fitto”

Il centro commerciale voleva incassare la polizza fidejussoria per i pagamenti parziali del canone, ma è arrivato lo stop del Tribunale.
A cura di Pierluigi Frattasi
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“Non vanno pagati i canoni di fitto e le spese di gestione delle aree comuni del ristorante all'interno del Centro Commerciale Campania chiuso durante il lockdown e le zona rossa Covid, mentre vanno scontati del 30% i canoni e del 60% le spese di gestione delle aree comuni nei periodi interessati da restrizioni parziali, come la zona arancione e gialla, durante i quali il centro commerciale ha tenuto orari ridotti”. È questo il succo della decisione del Tribunale di Santa Maria di Capua Vetere che con ordinanza cautelare ha accolto il ricorso urgente presentato dal ristorante-pizzeria-birreria "Lanza", che si trova all'interno del complesso commerciale di Marcianise, in provincia di Caserta.

"Incassi crollati del 50% per il Covid"

Il ristorante Lanza, gestito dalla società Gold Blond srl, è presente all'interno del Centro Campania dal 2007. L'ultimo rinnovo del contratto settennale risale al 2019 e in tutti questi anni aveva sempre pagato con puntualità. Poi, però, è arrivata la pandemia del Covid19. Il centro commerciale è rimasto chiuso a lungo, a causa del lockdown, prima, e delle zone rosse, poi. E ha riaperto comunque con orari e capienza ridotte. Una situazione che si è riversata sugli incassi, crollati del 50% in due anni. Il tutto, mentre, il ristorante continuava a pagare le spese fisse necessarie per il mantenimento dell’azienda, l’adempimento degli obblighi fiscali, previdenziali e tributari e verso i dipendenti. A causa della crisi Covid, quindi, il locale, come tanti altri, non è riuscito più a reggere e ha pagato solo parzialmente i canoni 2020 e 2021.

Il Centro Campania vuole incassare la garanzia, il Tribunale lo blocca

Il Centro Campania, di proprietà della società Comes Commercio e Sviluppo Srl, che fa parte del colosso francese Klépierre, il secondo maggiore proprietario di centri commerciali in Europa, dopo una lunga mediazione con il locale aveva deciso all'inizio di quest'anno di incassare la garanzia da 80mila euro circa, prestata all'atto del rinnovo del contratto di affitto del ramo d'azienda, da Banca Intesa Sanpaolo. Una sorta di fidejussione – ma diversa da quest'ultima dal punto di vista normativo – a garanzia degli adempimenti previsti dal contratto.

Ma il ristorante ha fatto ricorso urgente, ex articolo 700, che è stato accolto dal giudice monocratico Carla Bianco, IV Sezione Civile, con ordinanza cautelare del 24 aprile 2022, che ha sospeso la riscossione della garanzia. Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha ritenuto non dovuti i costi attinenti ai periodi di zona rossa, in quanto "la sopravvenuta impossibilità della prestazione da parte della concedente (proprietà del Centro Commerciale, ndr) comporta la perdita della giustificazione causale della prestazione di pagamento del canone".

Per i periodi di zona arancione e gialla, invece, e comunque per tutti quei periodi interessati da restrizioni nazionali o locali all'esercizio dell'attività, il giudice ha considerato che "la riduzione del fatturato globale del periodo nella misura dei 50% circa e le caratteristiche delle limitazioni stabilite che consentivano una ristretta somministrazione in termini di orario e a una quantità certamente diminuita di avventori per il ridotto afflusso al centro commerciale in generale – consentono di valutare equa una riduzione dell'importo dei corrispettivi, nella misura del 30% e degli oneri nella misura del 60%”.

Il ristoratore: "Una boccata d'ossigeno per le piccole imprese"

Una decisione che potrebbe creare un precedente per altri locali che si trovano in situazioni analoghe. Il Centro Campania, ad ogni modo, potrà eventualmente presentare reclamo, con la possibilità di arrivare, quindi, ad una udienza collegiale per confermare o meno il provvedimento del giudice monocratico. Per l'avvocato Eduardo Lanza, titolare della Gold Blond S.r.L., “il provvedimento del Tribunale rappresenta una speranza per tutte le piccole imprese che sono a rischio fallimento per sostenere le ingenti somme richieste dai centri commerciali per tutto il periodo della pandemia, inclusi i periodi di chiusura totale o parziale delle loro attività, condizionate dal timore di non poter vincere una guerra di Davide contro Golia. Devono sapere che in Italia esiste una giustizia che, con impegno, scrupolosità e competenza, è capace di difendere le ragioni dei più deboli anche nei confronti delle multinazionali miliardarie".

La crisi Covid in Campania

In Campania la crisi del Covid per i locali della ristorazione e i centri commerciali è stata più pesante che altrove, come viene ricostruito nel ricorso, anche a causa delle ordinanze regionali, molto più rigorose. Al lockdown nazionale del 12 marzo-18 maggio 2020 ha fatto seguito una riapertura del centro commerciale con orario limitato (10-20) subito dopo. I ristoranti, poi, sono rimasti chiusi per lunghi periodi anche dopo, hanno dovuto applicare il distanziamento dei tavoli, riducendo la capienza interna, e non hanno potuto nemmeno beneficiare degli spazi esterni come accaduto per i locali che non si trovano nei centri commerciali che hanno potuto mettere, per esempio, i tavolini sui marciapiedi in molti casi gratis, con enormi agevolazioni.

E poi, ancora, si sono avuti i divieti di spostamento tra province, in corrispondenza della zona arancione, durante la quale era consentito solo l’asporto con divieto di consumazione all’interno del centro commerciale. La chiusura del centro commerciale sabato, domenica, festivi e prefestivi – cioè i giorni nei quali si totalizza il 50% del fatturato.

Il ristorante Lanza al Centro Campania
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