Cellulari in carcere, il 17enne assassino di Santo Romano ammette: “Chiamavo la mia famiglia”

Ha detto di avere usato quei telefoni per telefonare alla famiglia e agli amici, e per pubblicare sui social alcune fotografie, come quella insieme al compagno di cella. Sul coltello artigianale, invece, ha spiegato: non era un'arma, ma soltanto una lametta che usava per l'igiene personale. Così il 17enne detenuto per l'omicidio di Santo Romano, ora coinvolto nei due procedimenti che riguardano il possesso di telefoni in carcere sia in quello minorile di Casal del Marmo, dove si trova ora, sia in quello di Airola, dove era stato detenuto in precedenza.
Telefoni il carcere, il 17enne ammette le sue responsabilità
Il ragazzo, assistito dall'avvocato Antonino Castorina, è stato sentito ieri e oggi; per la vicenda di Roma il procuratore ha delegato la polizia giudiziaria della Penitenziaria, mentre per quella di Napoli è stato ascoltato dalla procuratrice per i Minori Patrizia Imperato. Per entrambe le contestazioni il giovane non si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha reso dichiarazioni auto accusatorie sull'utilizzo dei cellulari, rinvenuti nel corso delle perquisizioni delle celle che aveva occupato. Ha spiegato di avere usato quei dispositivi per contattare amici e familiari e per creare l'account su cui ha pubblicato quella fotografia che lo ritrae insieme ad un altro detenuto.
Nella perquisizione a Casal Del Marmo è stato rinvenuto anche un taglierino artigianale, composto da una lametta da barba incastrata sul manico di uno spazzolino da denti; in questo caso il ragazzo ha spiegato che non si trattava di un'arma e che non è mai stata usata per minacce o ferimenti, e che invece la utilizzava per radersi al posto di quella in comune coi compagni di cella.
Le foto con gli insulti dopo la condanna
Non sarebbe stato il 17enne, invece, a pubblicare le sue fotografie con frasi di schermo sulla condanna a 18 anni e 8 mesi comparse su alcuni account social. Per quella vicenda (non oggetto delle contestazioni odierne) la madre del ragazzo ha depositato oggi querela per chiedere chiarezza su chi ci fosse realmente dietro quegli account.
"Il giovane sta facendo un percorso responsabile di redenzione e recupero – commenta l'avvocato Castorina – consapevole degli errori fatti e col pieno sostegno della famiglia e dei legali che lo stanno seguendo nei vari procedimenti penali. Le vicende che lo hanno riguardato hanno creato sicuramente un profondo dolore alla parte offesa, ma anche una profonda sofferenza a lui e alla sua famiglia. Credo che abbassare i toni da parte di tutti possa portare a una maggiore serenità anche rispetto alle varie contestazioni successive alla vicenda delittuosa".